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giovedì, Aprile 25, 2024

Crisi editoria, due pesi e due misure. La Prefettura di Campobasso “segnala” e il Governo impugna la legge di sostegno. Assostampa si mobilita

AperturaCrisi editoria, due pesi e due misure. La Prefettura di Campobasso "segnala" e il Governo impugna la legge di sostegno. Assostampa si mobilita

DI GIOVANNI MINICOZZI

L’ ennesima tegola si abbatte sul settore dell’editoria molisana, giornali e televisioni locali già in crisi profonda, dopo che il Governo ha impugnato l’interpretazione autentica della legge per il settore approvata recentemente dal Consiglio regionale con la quale intendeva eliminare una palese illegittimità sul divieto di cumulo tra interventi locali e nazionali fissati in quarantamila euro dalla Giunta Frattura con l’obiettivo di escludere dai benefici alcuni organi di stampa, tra i quali Telemolise, non graditi dal potere politico. Peraltro, la stessa legge sull’editoria, approvata nel 2015, era già stata oggetto di modifiche molto opinabili, se non fuori legge, mai impugnate dal governo dell’epoca guidato da Gentiloni.
La segnalazione al consiglio dei ministri è stata fatta, in modo del tutto irrituale, dalla Prefettura di Campobasso ma non è dato sapere se di sua iniziativa o per conto terzi.
Sulla vicenda è intervenuto il Presidente di Assostampa Molise Giuseppe Di Pietro.

Appare strano vedere che una Prefettura si preoccupi di intervenire ex-post ma poco ha fatto, a mio giudizio, quando invece noi abbiamo posto il problema all’origine cioè quando la legge fu presentata ed entrò in vigore. Allora denunciammo appunto le storture in essa contenute. Il rappresentante del governo, ovvero il Prefetto di Campobasso, aveva anche il compito di cercare di far cambiare quei difetti che poi alla fine si sono tralasciati anche nelle aule dei tribunali“.

Secondo lei la Legge per l’ editoria approvata nel 2015 dal Consiglio regionale di allora era legittima, era costituzionale?

C’era l’esclusione di qualsiasi testata che aveva avuto dei contributi nazionali fino ad una soglia di quarantamila euro e allora noi chiedemmo ma perché quaranta, non venti, non cento o duecento ? Non ci fu data risposta su un percorso legislativo che andava assolutamente fermato in quel momento. Noi lo chiedemmo ma nessuno si adoperò, neanche il Prefetto di Campobasso“.

Quella Legge ha subito già una interpretazione autentica nel 2016 che non è stata mai osservata dal governo di allora. Cosa riguardava quella interpretazione autentica?

Sì, in questo caso si è chiesto l’intervento del governo per fare impugnare la legge ma non si chiese all’epoca quando addirittura si permise, attraverso interpretazione autentica, di rendicontare spese compensate e fatturate tra aziende dello stesso settore che portavano ad un azzeramento dei costi fiscali e accrescevano quel monte ricavi che poi andava a determinare i contributi che si percepivano dal pubblico. Addirittura si sanava anche un problema relativo al Durc (regolarità contributiva ) la cui presentazione veniva posticipato al momento in cui si ottenevano i rimborsi e non alla data di presentazione della domanda come prescrive la legge. Tutte anomalie sanate, tra l’altro anche contro la legge, con quella prima interpretazione autentica sottaciute da tutti, anomalie non impugnate dal governo e non segnalate dalla Prefettura di Campobasso “.

L’Assostampa che intende fare ora per tentare di risolvere la questione?

“Ma noi già oggi abbiamo avuto un contatto con il Presidente Toma che ci ha garantito di esaminare per bene e di approfondire la vicenda. Noi lo ringraziamo e lo sollecitiamo ad essere preciso e puntuale così come lo è stato fino ad ora. Inoltre nelle prossime ore chiameremo a raccolta il mondo politico regionale e la delegazione parlamentare perché questi fatti inquietanti vanno chiariti una volta per tutte. I percorsi istituzionali se vanno attivati devono essere attivati sempre in qualsiasi situazione, non solo per l’editoria e non solo in alcuni momenti per far piacere a qualcuno. Infine, voglio ribadire un concetto essenziale. Qui si vuole salvare l’Alitalia, si pensa all’acqua pubblica, si interviene su tutte le situazioni di crisi ma, chiedo, l’informazione non è un bene pubblico? E non necessita, quando serve, di un sostegno per aumentare o conservare la democrazia del Paese con una corretta informazione? Io credo di sì e questo è un tema che riguarda tutti e soprattutto chi governa questo Paese.”

Resta il giallo sulle motivazioni vere che hanno spinto la Prefettura di Campobasso a muoversi nella direzione che porta verso il licenziamento di decine di giornalisti e tecnici mettendo a rischio il pluralismo dell’informazione e il diritto dei cittadini di essere informati.

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