Tentato omicidio. Con questa accusa è in carcere a Velletri Federico Zeoli, 24 anni, originario di Vinchiaturo. Ha picchiato, graffiato e addirittura morso una bambina di 22 mesi, figlia della compagna con la quale conviveva da due mesi a Genzano, Castelli Romani, dove tutto è accaduto e dove il molisano si era trasferito da qualche tempo. Entrambi senza un lavoro.
Il giovane era in casa con la bimba, che ha anche una gemellina e un’altra sorellina più grande. La mamma della piccola, Sara, 23enne di Velletri, le cui figlie sono frutto di una precedente realzione, era uscita per portare le medicine al padre malato. Quando è rientrata ha trovato la figlioletta di meno di due anni svenuta, in gravi condizioni. L’ha presa e portata al pronto soccorso più vicino, ma non sapeva fosse chiuso. Le sue urla sono state sentite dalla vigilanza che ha chiamato la Polizia. La bimba è stata prima portata al nuovo ospedale dei Castelli, poi al Bambin Gesù a Roma con codice rosso. Ricoverata in condizioni molto gravi in terapia intensiva. Aveva ecchimosi, ferite sul corpo e alla testa e un ematoma cerebrale. Un quadro critico, ma in lento miglioramento, si apprende oggi. La mamma della bimba è stata ascoltata dai poliziotti del Commissariato di Genzano per ricostruire l’accaduto. Alla fine ha raccontato tutto. Gli agenti hanno quindi fermato Zeoli, che prima avrebbe negato, poi ammesso: “E’ stato un raptus, non volevo”. Una violenza che, da quanto si apprende, si sarebbe scatenata perché il pianto della piccina, di soli 22 mesi, lo infastidiva. Il giovane molisano ora è in carcere a Velletri. Oltre al tentato omicidio l’accusa è anche di maltrattamenti in famiglia. Avrebbe precedenti per stalking e lesioni. E, sempre da quanto si apprende, alcune escoriazioni non recenti fanno supporre agli investigatori che non era la prima volta che la piccola veniva picchiata.
“Sua madre mi ha spiegato che è malato – ha detto Sara, la mamma della bimba, intervistata dal Messaggero – ha una specie di schizofrenia. Dovevamo sposarci ad aprile. Io lo amo, ma non so se riesco a perdonarlo. E’ giusto che sia in carcere, ma devono aiutarlo perché lui non vuole prendere le medicine. Io comunque non lo abbandono”.