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venerdì, Aprile 26, 2024

Caccia grossa della Lega ma il Governo non si tocca. I due forni accesi da Matteo Salvini cucinano FI e M5S. Di Maio cerca alleati

AperturaCaccia grossa della Lega ma il Governo non si tocca. I due forni accesi da Matteo Salvini cucinano FI e M5S. Di Maio cerca alleati

DI GIOVANNI MINICOZZI

Il risultato elettorale delle regionali abruzzesi non lascia dubbi sulla supremazia della coalizione di centrodestra che ha stravinto superando ogni più rosea previsione. Letteralmente trainato dalla Lega, che ha eletto ben dieci consiglieri regionali su trenta, il neo presidente Marco Marsilio di Fratelli d’Italia ha totalizzato il 48% di consensi mentre il suo avversario più diretto, ovvero l’ex vice presidente del Consiglio Superiore della magistratura, Giovanni Legnini, si è fermato al 31% con una coalizione di centrosinistra allargata ai movimenti civici.
Tracollo elettorale imprevedibile, invece, per il M5s che ha dimezzato i voti rispetto alle politiche del 4 marzo 2018 con la candidata alla presidenza, Sara Marcozzi, che non ha superato la soglia del 20% dei consensi.
È da sottolineare la circostanza che entrambi gli alleati del governo giallo-verde hanno battuto in lungo e in largo i Comuni più importanti dell’Abruzzo. Da una parte Luigi Di Maio e molti ministri pentastellati, dall’altra Matteo Salvini il quale ha evitato accuratamente di incrociare Silvio Berlusconi (anche lui trasferitosi in Abruzzo) tranne che nella conferenza stampa di chiusura della campagna elettorale dove Marco Marsilio ha messo i suoi alleati con i rispettivi leader intorno allo stesso tavolo.
Il dato politico eclatante che emerge dai risultati elettorali riguarda proprio il rapporto tra Lega e M5s nonché la tenuta e le possibili ripercussioni sul governo Conte.
Non è un caso che Matteo Salvini abbia sempre dichiarato che l’alleanza non sia in pericolo e lo ha ripetuto con determinazione anche a valle del risultato elettorale acquisito.
In effetti il leader della Lega non ha nessun interesse a rimuovere un’alleanza che gli consente di succhiare voti non solo agli alleati di centrodestra ma anche agli stessi pentastellati i quali cedono voti anche al Pd come hanno ben dimostrato le elezioni abruzzesi.
In sostanza, i due forni aperti da Matteo Salvini consentono alla Lega di volare, in termini elettorali, e di gestire la politica italiana dettando le regole agli alleati. A pagarne le conseguenze è solo il M5s che avrebbe tutto l’interesse di staccare la spina al governo Conte per uscire dall’angolo ma anche dai “Palazzi del Potere” con la consapevolezza, però, che difficilmente tornerebbe nelle stanze dei bottoni. Per loro saranno fondamentali i risultati delle imminenti regionali della Sardegna e della Basilicata e ancor di più i risultati delle europee di fine maggio. Qualora dovesse permanere l’attuale situazione per il M5s il destino sarebbe tragicamente segnato e la loro azione politica passerebbe alla storia come una meteora durata solo pochi mesi. L’unica alternativa possibile alla volatilizzazione dei pentastellati sarebbe l’apertura ad alleanze con altri soggetti politici nelle elezioni locali e regionali come ha lasciato intendere il vice premier Luigi Di Maio in una dichiarazione rilasciata al Corriere della sera.
Diversamente i due forni aperti da Matteo Salvini cucineranno sia il M5S sia gli alleati di centrodestra e in particolare quelli di Forza Italia.

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