Le tradizioni rappresentano l’anima dei piccoli centri, un punto di riferimento per tanti paesi in via di spopolamento che non vogliono morire e conservano un significativo patrimonio storico, culturale e paesaggistico. Per la comunità di Colletorto quella dei fuochi in onore di Sant’Antonio del 17 gennaio è la conferma di tutto questo, tanto che negli anni l’usanza è riuscita a superare anche il periodo dell’emergenza post-terremoto. Anche quest’anno, all’imbrunire comitive, famiglie e gruppi di amici allestiranno in sicurezza i falò per rinnovare la tradizione. Un’occasione di incontro e di rientro per tanti colletortesi che vivono fuori e per i visitatori che, come sempre, saranno accolti con prodotti tipici e un bicchiere di vino. I momenti di fraternità seguono il senso più importante dei fuochi, quello religioso. Il nuovo parroco, padre Vincenzo Bencivenga, ha proposto un triduo di preparazione alla giornata dei fuochi: tre giorni di preghiera, messe e riflessioni per entrare al meglio nel cuore della festa. La tradizione, in particolare, vuole che sia proprio il sacerdote a benedire il primo fuoco, la cui brace sarà poi portata anche negli altri. Padre Vincenzo passerà a benedirli tutti rinnovando così un messaggio di incontro, accoglienza e identità per tutti i colletortesi.