Lo sdegno suscitato dal video shock sulle condizioni disumane in cui si trovano gli immigrati nel centro di accoglienza di Lampedusa deve indurre tutte le istituzioni nazionale ad andare oltre l’emotività e oltre la rimozione dei responsabili che non può diventare un alibi per i ritardi organizzativi più generali del sistema Italia su queste delicatissime materie.
Da questa considerazione il vicepresidente della Giunta regionale, Michele Petraroia si è rivolto al Governo centrale, all’arcivescovo Bregantini e al Prefetto di Campobasso per dare impulso ai progetti di accoglienza previsti in Molise e sanciti dalla conferenza unificata lo scorso luglio.
Con tale provvedimento, infatti, tutte le regioni italiane insieme ai Comuni hanno condiviso una rete solidale e virtuosa che distribuisce il carico dell’accoglienza umanitaria su tutto il territorio nazionale.
Nella lettera Petraroia ricorda che, nonostante la crisi senza precedenti, il lavoro che non c’è e le sue striminzite dimensioni il Molise ha offerto la propria disponibilità ad accogliere i migranti seguendo due strade, una riguarda 17 Comuni che hanno risposto al bando Sprar del Ministero dell’Interno e una, quella più impegnativa, che riguarda il recupero del villaggio provvisorio di San Giuliano di Puglia. Qui il Governo ha previsto un progetto pilota di centro di prima accoglienza dove i profughi verranno censiti per poi essere trasferiti in altre strutture.
Ogni adempimento – ha osservato l’esponente regionale – è stato fatto per consentire di ristrutturare il villaggio e agevolare l’avvio dei progettti di integrazione, inclusione sociale e accoglienza umanitaria in una logica di contribuire alla soluzione di problematiche che interrogano le coscienze di ogni uomo e di ciascun amministratore.
Secondo Petraroia è dunque arrivata l’ora delle responsabilità e della traduzione operativa degli impegni assunti dal Governo nazionale e dagli enti locali in modo da attrezzare un sistema di accoglienza degno della storia e della civiltà del nostro Paese.