Torna a distanza di quasi un anno a Termoli Matteo Salvini, con ruoli ribaltati però, non più ministro dell’Interno, ma ora all’opposizione in Senato. E’ arrivato al porto turistico per un appuntamento con fedelissimi e simpatizzanti per un caffè, a cui poi ha preferito un tè freddo al limone. A fare gli onori di casa il neo assessore regionale Michele Marone e il coordinatore del partito in Molise Jari Colla. Il suo primo ringraziamento l’ha rivolto a Luigi Mazzuto che per primo – ha detto – ha iniziato il lavoro della Lega in Molise, un buon lavoro che ora continueremo a fare” ha aggiunto Salvini, all’oscuro delle acque agitate in cui naviga il centrodestra in regione e della mozione di sfiducia al presidente Donato Toma, legata proprio alla nomina di Marone in giunta: “La presenza della Lega è scelta dai molisani che hanno votato, quindi se a qualcuno non piace il voto dei molisani si rifaccia vivo tra qualche anno quando i molisani torneranno a votare. A noi i molisani hanno chiesto di fare, se poi qualcun’altro ha più testa alle poltrone che ad altri problemi mi dispiace per lui”.
Sulla mozione di sfiducia a Toma, Salvini poi è tornato in maniera più diretta: “Penso che i consiglieri regionali in Molise visto anche lo stipendio che prendono più che fare mozioni di sfiducia dovrebbero lavorare per il bene dei molisani, non andiamo avanti tranquilli”.

Un commento anche sull’annullamento della delibera sul taglio dei vitalizi: “Follia, sono orgoglioso del fatto che gli unici voti contrari in quella commissione siano dei parlamentari della Lega, in un momento in cui migliaia di famiglie non hanno ancora visto un euro dopo la chiusura di marzo, mi sembra che l’ultima cosa di cui occuparsi sia il vitalizio degli ex parlamentari. Per quanto riguarda vitalizi e taglio dei parlamentari la Lega è coerente e continua a essere contro ogni tipo di privilegio.
Il leader della Lega ha chiesto ancora le dimissioni del Governo, a suo dire, incapace ad andare incontro alle esigenze della popolazione e degli imprenditori che chiedono meno tasse e meno burocrazia.

Non sono mancati i consueti selfie, con le norme anti-assembramento saltate. Qualche contestazione all’arrivo e gli striscioni stesi sul muraglione del porto. Ancora un paio di battute prima di ripartire per Vasto e San Benedetto del Tronto, dopo aver definito la Azzolina il peggior ministro della scuola.

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