Si inasprisce lo scontro tra dipendenti e sindacati da un lato e la proprietà della Ittierre dall’altro. Una lettera del presidente Antonio Bianchi, letta durante l’assemblea dei lavoratori, ha surriscaldato gli animi. Si parla tra l’altro di presunte irregolarità nelle modalità dello sciopero e di ipotetiche denunce anche nei confronti dei sindacati. Ma quell’invito – per così dire perentorio – di rientrare al lavoro non ha fatto breccia tra i manifestanti, che hanno risposto un coro abbastanza eloquente: “Antonio, vattene a Como”. Nemmeno i sindacati sembrano essere preoccupati da quel documento letto in assemblea: “Vuol denunciarci? Sappiamo come difenderci”, ha detto sibillino il segretario provinciale della Femca Cisl Francesco Di Trocchio. Dopo un incontro con un delegato dell’azienda, i sindacati hanno diffuso una nota congiunta, nella quale si sottolinea chiaramente che la volontà di dare continuità all’attività aziendale c’è tutta, ma a precise condizioni. In sintesi il messaggio inviato a Bianchi è questo: si tornerà in fabbrica solo quando sarà pagato lo stipendio di giugno, mentre quello di luglio dovrà essere pagato entro il 10 agosto. L’Ittierre dovrà inoltre attenersi a quanto disposto dalla Finmolise per ottenere la fidejussone di 5 milioni di euro, mentre la cassa integrazione va ridiscussa, senza escludere l’ipotesi di ricorrere a quella straordinaria. Oggi, intanto, il sindaco di Isernia ha nuovamente incontrato i lavoratori. A Brasiello era stato affidato il compito di verificare se vi siano imprenditori interessati alla Ittierre. La sua risposta è stata molto cauta. Ha detto di aver avuto un incontro a Roma (presente anche Frattura), ma ha preferito non sbilanciarsi “per il bene di tutti, dai dipendenti alla proprietà. La fase è delicata, la riservatezza è d’obbligo”. Il sindaco ha comunque garantito che continuerà a interessarsi della vertenza.
Vertenza Ittierre, dipendenti e sindacati dettano le condizioni a Bianchi
