9.3 C
Campobasso
giovedì, Aprile 25, 2024

Confcommercio: “Le amministrazioni recuperino un ruolo attivo nella gestione degli orari commerciali”

EvidenzaConfcommercio: “Le amministrazioni recuperino un ruolo attivo nella gestione degli orari commerciali”

L’associazione chiede alle istituzioni di fare fronte comune per  tutelare l’autonomia regionale in materia di liberalizzazioni.

 

Prendiamo atto, dopo avere letto le testate regionali dei giorni scorsi, di come il problema di mettere in campo azioni per porre freno alla crisi sia sentito a vari livelli istituzionali e politici e di come, al contempo, ci si preoccupi di salvaguardare l’autonomia del Molise, cosa che da sempre auspichiamo possa essere fatta anche in relazione alle normative sul commercio. Ci riferiamo all’intervento dell’assessore comunale Giovanni Di Giorgio sul tema degli effetti del decreto Monti sulle liberalizzazioni e a quanto sostenuto dal professore Giovanni Di Giandomenico, che chiede al nuovo Presidente della Regione Frattura di salvaguardare l’autonomia del nostro territorio. Non possiamo che compiacerci del fatto che tali questioni vengano rilanciate, perché si tratta di aspetti che Confcommercio da tempo aveva “gettato sul tavolo” e che dovrebbero divenire battaglie comuni, oltre ogni colorazione politica.

E’ da tempi non sospetti, infatti, cioè da quando la crisi non era ancora esplosa in tutta la sua drammaticità, che andiamo ripetendo – come oggi fa anche Di Giorgio – quanto l’approdo in Molise di diversi grandi centri commerciali, accompagnato alle successive liberalizzazioni indiscriminate, potesse mettere a rischio i delicati equilibri del sistema commerciale regionale. Lo stesso abbiamo fatto di fronte al decreto salva-Italia di Monti, che oggi Di Giorgio indica come causa principale del fallimento di imprese della grande e piccola distribuzione, ma che il sindaco di Campobasso ha prontamente recepito. Contro tale recepimento noi della Confcommercio abbiamo promosso azione al Tar. Ma di questo aspetto spiegheremo il dettaglio più avanti.

Il nostro impegno per tutelare chi opera nel mondo del commercio, si diceva, prosegue da anni. Resta l’amarezza di ricordare come la legge regionale n.33 del ’99 avrebbe potuto avere una tessitura molto diversa e più aderente alle esigenze dei piccoli commercianti, se solo il governo cittadino ci avesse dato appoggio quando abbiamo presidiato il consiglio regionale per opporci a norme che non esitavamo a definire “devastanti”. All’epoca, il largo consenso a un testo – avallato tanto dal centrodestra quanto dal centrosinistra – che favoriva l’approdo dei grandi centri commerciali in città, fu dettato da motivi di vario genere e non ci si preoccupò delle conseguenze.

Comunque, nonostante questi limiti della legge regionale, c’è da rilevare che la stessa presenta un aspetto particolarmente positivo. Consente, cioè, di intervenire sul sistema delle liberalizzazioni degli orari del commercio, reso troppo ampio dal decreto Monti, anche alle amministrazioni locali. Queste ultime, ascoltando sul punto le organizzazioni come la nostra, che conoscono i problemi del mondo produttivo, avrebbero ben potuto, dunque, far sentire la loro voce sulla gestione degli orari e delle aperture domenicali e festive. L’amministrazione comunale, invece, non ci ha mai ascoltati. Auspichiamo che da oggi, invece, si possa fare fronte comune e si possa “smontare” una normativa che non soddisfa.

Confcommercio, dal canto suo, sta cercando di farlo attraverso un ricorso al Tar proposto tramite l’avvocato Michele Coromano. Abbiamo infatti impugnato l’ordinanza con cui il sindaco di Campobasso, recependo il decreto Monti, ha liberalizzato l’orario degli esercizi. Con il ricorso al Tar intendiamo far valere il principio che sino a quando sarà in vigore la legge regionale n. 33 del 99, che dà forza decisionale alle amministrazioni locali sul tema, questa prevarrà sul decreto emanato a livello nazionale, come previsto dall’articolo 117 della Costituzione. Riteniamo che questo sia un modo concreto per affermare l’autonomia regionale e tutelare, allo stesso tempo, i nostri esercenti. Se la legge Monti, infatti, non può creare obblighi sulle aperture, di competenza regionale, le amministrazioni devono riappropriarsi del ruolo attivo che la stessa Carta costituzionale assegna loro. Fermo restando, lo ripetiamo, che la legge regionale sul commercio andrà, in futuro, ridisegnata.

Chiunque ci segua su questo ragionamento, da qualunque parte politica provenga, sarà nostro alleato in questa battaglia.

Ultime Notizie