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venerdì, Marzo 29, 2024

Elezioni, Larino le primarie da strumento democratico a clava antidemocratica

AperturaElezioni, Larino le primarie da strumento democratico a clava antidemocratica

di MICHELE MIGNOGNA

I promotori delle primarie per scegliere il prossimo candidato alla carica di sindaco della città di Larino, vogliono farle chiuse con soli due, o al massimo tre, candidati, la discriminante, è che chi vuole partecipare non deve aver mai amministrato, e questo vale anche per i candidati alla carica di consigliere. Ecco come i partiti sviliscono uno strumento molto democratico, facendolo diventare un vestito cucito su misura per chi ha ambizioni personali e basta.

 

Via i vecchi, via tutti quelli che hanno avuto un ruolo politico in questi anni, se volete le primarie si fanno solo se sono chiuse e se i candidati li scelgono i parti, questo è quanto sta succedendo nel centro sinistra larinese, che ormai rasenta il ridicolo. In queste ore nella città frentana c’è un susseguirsi di incontri più o meno segreti, il segreto di pulcinella insomma, riunioni alle quali i partecipanti smentiscono di prendervi parte, smentiti a loro volta da chi c’era a ha visto e parlato con loro, è il caso della Fabbrica delle Idee, movimento nato per cambiare la politica locale ma che, a ben vedere, prosegue solo la strada della vecchia politica. Il fatto è questo, alcuni giorni fa si riuniscono in gran segreto Michele Palmieri commissario del PD locale, Stefano Mancinelli dell’IDV, Vincenzo Notarangelo, Francesco Sabetti e Ruggero Pizzi della Fabbrica delle Idee, che hanno però smentito di esserci, smentiti a loro volta dagli altri presenti, come dire il cambiamento passa dalle bugie insomma. In questo conclave i cinque soggetti hanno deciso e a breve firmeranno un accordo per fare le primarie appunto, chiuse al resto dei cittadini, chiudendo la porta ai movimenti e ai  comitati che fanno riferimento al centro sinistra, cinque persone che decidono per una intera coalizione con una incognita, e cioè, sia Sabetti che Pizzi hanno appoggiato alle scorse elezioni regionali Massimo Romano, che era fuori dalla coalizione del centro sinistra, oggi a Larino impongono, loro, come fare le primarie e soprattutto chi deve parteciparvi, insomma come dire, a Roma stiamo con Giannino, a Campobasso da soli e a Larino con il centro sinistra, se fa quello che diciamo noi. Poi c’è ancora il nodo del partito di Bersani, diviso al suo interno tra chi, Palmieri, vuole essere candidato alle primarie, chiuse ovviamente, e chi, il resto del direttivo locale, vuole sì le primarie, ma solo se sono aperte e chiunque può prendervi parte. Insomma un accordo sulle primarie farsa è quello che stanno preparando pezzi  del centro sinistra larinese e che spaccherà ulteriormente la coalizione, e che a questo punto sembra abbiano scelto la strada più facile, ovvero, perdere le elezioni e starsene buoni all’opposizione considerando che amministrare dopo cinque anni di centro destra, che lascia un cumulo di debiti nel municipio frentano non è facile, e quindi meglio dividere e frantumare il centro sinistra, che trovare una sintesi condivisibile da parte di tutti, ma si sa, il centro sinistra è maestro in queste cose. Cosi come sono capaci di svilire le primarie, che se fatte nella trasparenza rappresentano un ottimo strumento democratico nelle mani dei cittadini che possono scegliere, in piena autonomia, il candidato che potrà amministrarli, e non vederselo imporre da un manipolo di ambiziosi, che con la scusa del cambiamento stanno affossando quel che rimane del centro sinistra locale, e intanto dall’altra parte si sfregano le mani. Come la penseranno e che posizioni prenderanno i vertici regionali del centro sinistra rispetto a questa situazione?

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