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sabato, Aprile 20, 2024

La battaglia dei neo-laureati tra lavoro nero e paghette

FocusLa battaglia dei neo-laureati tra lavoro nero e paghette

ALTRO che bamboccioni. Altro che schizzinosi. I giovani italiani si danno da fare e accettano il lavoro che c’è. Anche a costo di diventare dei fantasmi, anche a costo di lavorare senza alcun contratto e a paghe sempre più basse. Per colpa della crisi, della paralisi del mercato del lavoro stagnante e di imprenditori intenzionati a portare indietro le lancette del tempo dei diritti e delle condizioni di impiego.

TABELLE Disoccupazione a un anno dalla laurea

Quest’anno hanno cominciato a lavorare in nero il 12,5 per cento dei laureati a ciclo unico. Si tratta di tanti giovani, troppi. Ragazzi usciti dalle facoltà di medicina, giurisprudenza, architettura, farmacia, chimica o veterinaria. Giovani costretti a scomparire dalla vista degli istituti previdenziali e dei centri dell’impiego. Loro, per la pubblica amministrazione, non esistono. Non hanno cedolino, non hanno contributi, non hanno niente.

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