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venerdì, Marzo 29, 2024

Elezioni, Iorio ha incontrato gli operatori turistici e culturali, “in questi anni tanto è stato fatto”

QDElezioni, Iorio ha incontrato gli operatori turistici e culturali, "in questi anni tanto è stato fatto"

 

Michele Iorio

Parlando nel primo pomeriggio di oggi, in un incontro tenutosi a Campobasso, con operatori turistici e culturali, il Presidente Michele Iorio ha dichiarato:
“In questi anni abbiamo lavorato con forza, dinamismo e convinzione ad un grosso ed ambizioso progetto: far riassorbire il gap infrastrutturale del Molise e, principalmente, il grosso ritardo che questa terra scontava in termini di mancanza di idonee strutture ricettive, di accoglienza e di ospitalità a fini turistici, ma anche di scarsi o inidonei centri museali o luoghi di produzione e di fruizione culturale.
Su questo punto, ci siamo spesi mettendo a frutto tutte le risorse disponibili, ed oggi vediamo che quel Molise, che alle soglie del terzo millennio, e all’inizio del nostro governo,  tutti volevano indirizzato ad uno sviluppo turistico-culturale ma che vantava sul territorio i pochissimi alberghi e scarsissimi Bed and Breakfast, per un totale di posti letti molto contenuto e scarsamente diffusi, oggi invece conta una rete ricettiva capillarmente diffusa sui 136 comuni, cui si aggiunge un network museale, che va dal Paleolitico di Isernia  al Museo Sannitico di Pietrabbondante, per passare attraverso un’altra serie di iniziative relative alle varie epoche storiche in diversi centri della regione (Larino, Venafro, Altilia).
Non solo, abbiamo finanziato e ristrutturato quel patrimonio artistico ed architettonico  giunto a noi da secoli di fervore religioso del popolo molisano.  Abbiamo quindi cercato di migliorare la viabilità per raggiungere i vari centri della regione e consentire la sostenibilità di  un flusso turistico.
Abbiamo creato una rete di caffè letterari e promosso con vari progetti mirati, la riscoperta, la promozione e l’evoluzione del patrimonio culturale che ci viene dalle minoranze linguistiche croate e albanesi.
Quel Molise che  agli inizi del 2000 poteva contare su solo 3 teatri, oggi vede ad esempio aggiunti  il grande Auditorium di Isernia e la Casa della Cultura (ex Gil) di Campobasso, oltre alla integrazione con altre strutture di iniziativa privata che si sono via via parallelamente realizzate.
Certo c’è ancora molto da fare, ma quella che noi ritenevamo la fase I, propedeutica ed indispensabile ad ogni progettualità riguardante il campo del turismo e della cultura, può dirsi concretizzata.
Ora è tempo di aprire una nuova fase ed avviare una sorta di programma per un “Molise 2.0” che veda nel trinomio ambiente, cultura e turismo gli elementi di una inedita industrializzazione della regione. Le tradizionali strutture economiche e industriali del Molise hanno subito grosse conseguenze per la crisi in corso, e un mondo in continua evoluzione impone cambiamenti drastici e convinti dell’economia di questo nostro Molise.
Ogni idea di crescita economica e sociale non può che essere relazionata ad una sostenibilità territoriale, demografica e ambientale. In questa logica, una sapiente e intelligente utilizzazione delle ricchezze paesaggistiche e storico-artistiche, di cui è ricca questa nostra terra -che vanta anche un pregevole patrimonio edilizio fatto da centri storici bellissimi oltre che da castelli, bastioni e dimore nobiliari- può dare vita ad uno sviluppo realmente sostenibile, che veda coinvolti tutti i settori dell’economia: dall’agricoltura, ai lavori pubblici; dalla formazione, alla produzione agroalimentare di filiera; dalla green economy, al risparmio energetico; dal recupero del patrimonio abitativo dei piccoli centri, alla bio-edilizia.
Pensiamo, dunque, ad una sorta di “cabina di regia” che veda impegnati sia le istituzioni che il mondo economico-sociale, nel creare una programmazione produttiva, commerciale, formativa, ma anche sociale, indirizzata a realizzare una vera e propria nuova industria che produca sviluppo e redditualità diffuse e stabili su 4 principali filoni relativi ad altrettanti variegati e diffusi percorsi:  naturalistico e ambientalistico;  storico e archeologico; tradizioni popolari, spettacolo, musica e teatro; Enogasronomico.
Solo in questo modo potremo trovare impegno occupazionale alle tantissime professionalità che in questi anni si sono create nella nostra regione, e che diversamente sarebbero condannate a cambiare l’oggetto del loro interesse o, addirittura, ad emigrare in altre realtà. Solo in questo modo potremo realmente fermare lo spopolamento dei nostri piccoli centri non solo conservando la prestazione di servizi ma addirittura implementandoli in beneficio sia dei cittadini che dei turisti. Solo in questo modo daremo un futuro reale all’artigianato artistico, e ai tanti mestieri di cui il Molise vanta patrimonio da secoli. Solo così ci guadagneremo sul campo e con i numeri il diritto a conservare la nostra autonomia e a programmare il nostro futuro. Dunque, un Molise 2.0 che partendo da ciò che ha avuto nel suo passato, ambiente, storia e cultura, crei un futuro capace di generare evoluzione antropologica dei molisani e allo stesso tempo crescita e sviluppo”.

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