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giovedì, Aprile 25, 2024

Manifestazione dei giornalisti Cimino e Santimone contro il precariato, ma il comitato “terzo Stato” non ci sta

QDManifestazione dei giornalisti Cimino e Santimone contro il precariato, ma il comitato "terzo Stato" non ci sta

“Non si Può spettacolarizzare la condizione di precariato che vivono decine di giornalisti nelle redazioni locali”, cosi il Comitato regionale “Terzo Stato” prende le distanze dai consiglieri nazionali dell’ordine dei giornalisti Cimino e Santimone.

Terzo Stato, pur condividendo le ragioni della protesta indetta per domani mattina davanti alla prefettura di Campobasso dai consiglieri nazionali dell’Ordine, Vincenzo Cimino e Cosimo Santimone (e come potrebbe essere altrimenti, visto che siamo il coordinamento dei giornalisti PRECARI del Molise), precisa quanto segue:

 

1. Terzo Stato è lieto di apprendere che il suo appello alla collaborazione è stato accolto con questa prima iniziativa, avviata, però, dopo tre anni di insediamento all’Ordine nazionale dei suddetti consiglieri. Siamo consapevoli anche noi che solo un tavolo di concertazione può risolvere concretamente i problemi dei precari. Ma ci dissociamo dalla modalità di protesta (incatenarsi non serve a nulla, mentre l’astensionismo di massa, in un contesto di totale anarchia contrattuale, potrebbe essere un segnale in grado di fare molto più rumore).

2.      Terzo Stato non comprende la scelta di manifestare dinanzi alla Prefettura. Il massimo organo di rappresentanza del Governo sul territorio non è il nostro interlocutore principale. E questo perché, a livello nazionale, e per stessa ammissione dei promotori dell’iniziativa, ottimi risultati sono stati già raggiunti con la Carta di Firenze e la legge sull’equo compenso. La priorità, per noi, adesso, è la legge regionale all’editoria. L’unica capace di recepire quanto sancito nell’equo compenso.

3.      Le redazioni molisane di quotidiani, televisioni, radio e telematici hanno sì grandi problemi, ma spesso sono stati alimentati da guerre interne che hanno fatto venir meno quella unità e solidarietà che dovrebbero esserci tra i colleghi. Ecco perché, crediamo che sia rischioso parlare di “scheletri nell’armadio” in un contesto lavorativo che non consente (quasi) a nessuno di giocare realmente a carte scoperte.

 

Ciò precisato, diamo fin da ora la nostra disponibilità a voler partecipare ad un eventuale tavolo di concertazione in quanto rappresentanti dei giornalisti precari del Molise.

 

 

 

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