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giovedì, Aprile 18, 2024

L’informazione molisana si ‘ribella’ alla legge regionale sull’editoria. Una giornata senza tg, giornalisti con il bavaglio

AperturaL'informazione molisana si 'ribella' alla legge regionale sull'editoria. Una giornata senza tg, giornalisti con il bavaglio

Uno accanto all’altro, con un bavaglio sulla bocca, le braccia incrociate. Gli sguardi fissi sulla telecamera che li inquadra. I giornalisti di Telemolise, Teleregione e Teletrigno hanno scelto di protestare così, ieri, contro la proposta di legge sull’editoria, approvata dalla Giunta Frattura e licenziata dalla IV Commissione consiliare. Una intera giornata senza telegiornali, senza informazione. Una iniziativa che non ha precedenti nel Molise: editori, giornalisti, operatori di ripresa: tutti contro una classe politica dimostratasi incapace di dare risposte concrete ed adeguate al mondo dell’informazione, che vive un periodo di crisi gravissima.  Protesta alla quale si è affiancata la carta stampata, con i giornali andati in edicola listati a lutto.

Uno scontro durissimo che vede il mondo dell’informazione scendere in campo contro una legge considerata da più parti iniqua e penalizzante.

Al posto dei tg le immagini dei giornalisti col bavaglio, mentre una voce leggeva il comunicato congiunto delle tv private che pubblichiamo integralmente:

“Le emittenti private molisane protestano contro la legge per l’editoria che il consiglio regionale vorrebbe approvare nei prossimi giorni. E tanto più forte è la forma di protesta quanto più la legge in via di approvazione è inutile, iniqua, confusa, non commisurata alle reali esigenze di un settore che tutti — meno il governo regionale molisano – riconoscono di vitale importanza in una società moderna. Una legge che lascia fuori settori trainanti del mondo dell’informazione, realtà storicamente consolidate, aziende con decine di dipendenti regolarmente assunti e con importanti margini di sviluppo e di nuova occupazione, se solo fossero sostenute con misure economiche chiare e interventi efficaci. Il Consiglio Regionale del Molise si appresta invece a discutere un testo inutile, già licenziato in giunta e già approvato in quarta commissione consiliare, che con vincoli e costrizioni illiberali penalizza proprio le principali realtà editoriali, quelle che hanno rispettato le regole, hanno pagato le tasse e hanno stipulato contratti di lavoro secondo le piattaforme riconosciute dallo Stato italiano. Una legge partorita da una classe politica miope e ripiegata su se stessa, che quanto più teme il pluralismo e la libertà di informazione tanto più dimostra la sua debolezza, la sua coscienza sporca e il suo terrore di essere incalzata e valutata, soffocando un diritto fondamentale universalmente riconosciuto come indicatore privilegiato del grado di sviluppo e di civiltà di una Nazione”.

 

 

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