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sabato, Aprile 20, 2024

Sisma, il ricordo delle vittime e le polemiche sulla ricostruzione

AttualitàSisma, il ricordo delle vittime e le polemiche sulla ricostruzione

di GIOVANNI MINICOZZI

Sono passati dodici anni dal crollo della scuola Francesco Jovine di San Giuliano di Puglia. Il ricordo dei 27 bambini e della maestra Carmela Ciniglio, deceduti sotto le macerie resta indelebile nei familiari delle vittime, nei molisani e nel mondo intero.

Erano le 11,32 di quel maledetto 31 ottobre del 2002, quando una forte scossa di terremoto, seguita da un intenso sciame sismico colpì una vasta area del già martoriato Molise ed alcuni comuni della Puglia.

Nel luogo simbolo della tragedia come ogni anno, le manifestazioni per non dimenticare quel drammatico evento e per mantenere alto il livello di guardia sulla sicurezza nelle scuole.

Un tema, questo, lanciato il giorno stesso dei funerali di Stato dal comitato vittime di San Giuliano di Puglia ed in particolare da Nunziatina Porrazzo da tutti definita mamma coraggio.

In tale direzione qualcosa è stato fatto, ma non basta!

Molte scuole sono ancora a rischio e le risorse finanziarie per renderle sicure non ci sono.

La stessa ricostruzione post-terremoto, a distanza di dodici anni, è un’opera totalmente incompiuta, o meglio realizzata solo per il 40% tranne che per il comune di San Giuliano di Puglia, completamente ricostruito.

Dai dati ufficiali risulta che circa mille persone dell’area del cratere sono ancora sfollate, trecento vivono ancora nelle casette di legno e quasi cinquecento hanno provveduto a sistemarsi in forma autonoma.

In totale, dunque circa duemila persone che non possono usufruire della propria casa o che dovranno passare il tredicesimo inverno all’addiaccio.

In sostanza i dati sono gli stessi di un anno fa.

Ciò significa che dal 31 ottobre del 2013 ad oggi la coppia sui generis Frattura-Ciocca non ha prodotto alcun risultato utile.

Anzi, dopo aver mandato a casa con due anni di anticipo centro precari dell’Agenzia regionale di Protezione civile, vincitori di un regolare concorso pubblico, Paolo Frattura e Salvatore Ciocca hanno, di fatto, bloccato la ricostruzione ed hanno subìto, notizia delle ultime ore, una decurtazione dell’1%  sui  346 milioni di euro, assegnati dalla delibera Cipe per intempestività nella presentazione degli APQ (accordi di programma quadro).

Per altro, qualora non dovessero rispettare la nuova scadenza, fissata al prossimo 31 dicembre, il Cipe taglierebbe un ulteriore 15% dall’importo totale per ulteriori 6 milioni di euro.

Ma non finisce qui poiché la gestione della Protezione civile, affidata per delega dal presidente Paolo Frattura al comunista Salvatore Ciocca ha prodotto anche lo smantellamento pressoché totale del sistema che garantiva la protezione dei molisani.

Dunque tutto procede per il meglio? Ai posteri l’ardua sentenza.

 

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