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venerdì, Aprile 19, 2024

Sversava rifiuti nel Volturno, arrestato il patron di Foreste Molisane

AttualitàSversava rifiuti nel Volturno, arrestato il patron di Foreste Molisane

di GIOVANNI DI TOTA

A mettere gli inquirenti sulla pista giusta è stato un dipendente pentito. Per anni ha preso ordini da Antonio Gravante, storico patron dal 1994 di Foreste Molisane e Latte Matese. Era lui a ordinare ai lavoratori di scaricare nel Volturno gli escrementi che arrivavano dal suo allevamento. Quasi tremila e cinquecento capi che ogni giorno, hanno scritto i tecnici nelle indagini, hanno prodotto un inquinamento nel fiume pari a quello di una città di 24mila abitanti.

Il dato è stato reso noto dalla Procura di Santa Maria Capita Vetere, le cui indagini si sono concluse con l’arresto dell’imprenditore casertano.

Gravante, 75 anni da una vita impegnato nel settore zootecnico e proprietario di vari allevamenti, è anche titolare dello stabilimento di Gioa Sannitica dove fino a novembre scorso avveniva l’imbottigliamento del latte venduto con il marchio Foreste Molisane. Dopo la prima denuncia, nello stabilimento ai piedi del Matese alle spalle di Guardiaregia, sono arrivati i sigilli.

“Spesso – ha raccontato agli investigatori il dipendente pentito – il reso delle bottiglie, il latte scaduto, veniva di nuovo distribuito per la produzione in corso e mischiato al latte fresco”.

Dopo la prima denuncia sono arrivate le ammissioni di altri dipendenti. Dai racconti concordi è emerso che nel Volturno sarebbero finiti, attraverso un sistema di pompe idrauliche e canalizzazioni, non solo gli escrementi degli animali, ma anche i reflui delle sale di mungitura, e le acque di lavaggio delle stalle contaminate da detergenti ed acidi fortemente tossici.

Gli scarichi, hanno accertato gli investigatori, venivano effettuati soprattutto di sera e di notte, per eludere i controlli, o quando pioveva, approfittando del fatto che le acque del fiume diventate limacciose per la pioggia, rendevano poco visibile i liquami.

“In realtà Gravante non voleva proprio sentir parlare di rifiuti. Pretendeva che gli scarichi fossero eliminati, in qualsiasi modo. Questa era diventata una prassi'”.

Il racconto di uno dei dipendenti è contenuto nella misura cautelare firmata dal gip di Santa Maria Capua Vetere.

Che annota: “In virtù della logica del profitto si realizzavano arricchimenti criminali. In una situazione insostenibile, con gli animali immersi nei liquami. I liquami tracimavano ed intanto Gravante riceveva un sussidio pubblico di circa 70 euro per il benessere di ciascun animale”.

Ora l’imprenditore è agli arresti domiciliari.

 

 

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