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giovedì, Marzo 28, 2024

Biomasse: vince Fracchia. In Consiglio regionale trionfano goffaggine e schizofrenia

AperturaBiomasse: vince Fracchia. In Consiglio regionale trionfano goffaggine e schizofrenia

di PASQUALE DI BELLO

Ennesima assise regionale sul tema biomasse ed ennesima sceneggiata. Al termine di una giornata di lavori, il Consiglio partorisce un documento pavido e inconcludente che non porterà da nessuna parte.

“Mi si sono intrecciati i diti, me li streccia?”. Quando lorsignori aprono la bocca, al Consiglio regionale del Molise, pare di sentire la voce roca e sfiatata di Giandomenico Fracchia, personaggio Tv degli anni ’60, schizofrenico e cacasotto, che quelli di una certa età (ai quali noi apparteniamo) ricorderanno accasciato su una di quelle poltrone a sacco tanto di moda nel decennio caro alla contestazione, ai figli dei fiori e alla Moplen. Dalla posizione che assumono, da quella fisica sulle poltrone a quella politica con i deliberati che licenziano, possiamo tranquillamente affermare che siamo governati da una banda di Fracchia. Fatta qualche eccezione, questa è la specie più diffusa tra i nostri governanti, schizofrenici e cacamutande nella stragrande maggioranza dei casi. Gente disposta a tutto, pur di restare appiccicata a quella poltrona e a quel sacco di dollaroni lautamente dispensati ogni mese sulla pelle dei cittadini molisani.

L’ennesima “fracchiata”, manco a dirlo, lorsignori l’hanno partorita sul tema delle Centrali del Matese. La nostra idea è che se invece delle masse legnose in Molise si potesse dar fuoco alla stupidità, potremmo rifornire di energia l’intero pianeta. Ancora una volta, il Consiglio regionale più ridicolo dell’intera storia dell’umanità ha dato luogo ad uno spettacolo grottesco, indegno per un popolo appena dotato di un rudimento di civiltà qual è quello molisano. Solo un rudimento, poiché se nella scala dell’evoluzione civile fossimo al secondo gradino, anziché al primo, a quest’ora la presa della Bastiglia, in confronto a quella di palazzo Moffa, sarebbe un stazione del Monopoli. Detta alle spicce, alla fine dell’ennesima, inconcludente e salmodiante giornata di ricreazione, nel corso della quale lorsignori hanno concionato dell’annoso tema “biomasse”, i gloriosi consiglieri regionali del Molise hanno partorito il milionesimo documento pilatesco col quale, oltre che le mani, si lavano stavolta anche i piedi. Con una mozione approvata all’unanimità, hanno impegnato il presidente della Giunta “ad invitare il Dirigente del servizio politiche energetiche affinché proceda con sollecitudine a definire il procedimento di riesame per l’eventuale annullamento dei provvedimenti …” bla bla bla … . Prescindendo dai rapporti tesissimi che lorsignori intrattengono con la lingua italiana, il senso di questa frase dall’ispirazione gesuitica e dalla prosa Zulù è molto semplice: continuiamo a giocare a ping pong. La mozione, infatti, rimanda nel campo della burocrazia regionale la matassa che la politica non riesce a sbrogliare parlando un linguaggio chiaro ed inequivocabile in luogo della favella a salivazione azzerata (alla Fracchia) che tre volte al giorno ci tocca udire.

Ormai da settimane, sul tema, stiamo assistendo ad un ping pong da voltastomaco dove, a giorni alterni, tra il presidente Frattura e il Consiglio da una parte, e la struttura amministrativa dall’altra, c’è uno scambio di servizi, rovesci, volée e schiacciate che hanno come palla le popolazioni del Matese. Quello che hanno detto oggi, ad esempio, lo avevano detto già un mese fa con un ordine del giorno che impegnava Frattura ad attivarsi presso la struttura amministrativa al fine di una revisione delle autorizzazioni a realizzare le centrali. Quella a cui abbiamo assistito, è l’ennesima pagliacciata alla Fracchia, quella di un Consiglio regionale goffo e pavido, incapace di pronunciare una parola chiara e definitiva. Quale? Un Vaffa col fiocco alle biomasse. E invece che stanno facendo? Stano creando le condizioni per un mega risarcimento danni a coloro che le Centrali alla fine non le costruiranno, ma il bottino a casa lo porteranno di certo. Alla faccia dei molisani.

 

 

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