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sabato, Aprile 20, 2024

Biomasse, la ribellione della popolazione del Matese: i cittadini fermano le ruspe. Arrivano i poliziotti in tenuta antisommossa, ma in serata i mezzi se ne vanno.

AttualitàBiomasse, la ribellione della popolazione del Matese: i cittadini fermano le ruspe. Arrivano i poliziotti in tenuta antisommossa, ma in serata i mezzi se ne vanno.

di ANNA MARIA DI MATTEO

Le popolazioni del Matese si ribellano ai poteri forti, che impongono dall’alto decisioni che incidono sulla loro salute, sulla loro vita, sul loro futuro.

Le centrali a biomasse, autorizzate dalla Regione, non devono essere realizzate sul territorio di Campochiaro e su quello di San Polo Matese. Zone tra le più belle del Molise, aree naturalistiche di pregio, vocate al turismo, all’agroalimentare e non di certo ad impianti che producono sostanze inquinanti e nocive, come dimostrano i dati forniti da appositi studi condotti sulle centrali a biomasse.

E così questa mattina, i cittadini di Campochiaro e dei centri limitrofi si sono dati appuntamento presto, davanti al sito scelto dalla Civitas per impiantare la centrale.

Si sono presentati lì davanti, in tempo per fermare le ruspe che nel frattempo erano arrivate, pronte ad entrare in azione e a tornare a scavare. Si sono dovute fermare dinanzi al blocco umano che si sono trovate davanti.

Nel frattempo arrivavano anche le forze dell’ordine: carabinieri, agenti della questura di Campobasso e poliziotti in tenuta antisommossa provenienti da Napoli.

Una presenza che non ha per nulla intimorito i manifestanti che da lì non si sono spostati. Sul tardi è arrivato anche il proprietario della Civitas, l’ingegnere Luca Di Domenico che ha tentato la mediazione, attraverso il sindaco di Campochiaro, Antonio Carlone. Ma non c’è stato nulla da fare. I lavori non sono potuti riprendere. I cittadini hanno presidiato il cantiere per l’intera giornata. Una manifestazione pacifica che andrà avanti ad oltranza, perché, hanno ribadito, non consentiranno  che sull’area del Matese venga perpetrato l’ennesimo scempio.

Nel primo pomeriggio c’è stato un nuovo incontro in prefettura, dopo quello di qualche giorno fa, per altro senza esito. Stavolta il prefetto di Menna ha ricevuto una delegazione di manifestanti, con i quali ha assunto l’impegno di chiedere al presidente Frattura di sospendere le autorizzazioni.

Una richiesta per la quale sembra essere scontata la risposta del governatore.  Che sull’intera vicenda sta mantenendo un riserbo strettissimo. L’unica nota che ha fatto trapelare è stata la richiesta, per iscritto, alla dirigente regionale del settore Energia, di chiarimenti sulla possibilità di annullare in autotutela le concessioni.

Scontata anche in questo caso la risposta: si potrebbe anche fare ma occorre una nuova conferenza dei servizi tra tutti i soggetti che all’epoca autorizzarono gli impianti. Frattura in qualche modo ha fatto finta di dare seguito all’ordine del giorno votato all’unanimità dal Consiglio regionale che lo impegnava a fare tutto ciò che è in suo potere per fermare i lavori. Ma appare evidente a tutti che la sua è soltanto una operazione di facciata. Perché la verità è un’altra: sulle centrali a biomasse di Campochiaro e San Polo Matese la Regione è pronta ad andare avanti.

Peccato che anche stavolta, come è già successo in passato, ha trovato sulla sua strada migliaia di cittadini pronti a difendere con ogni mezzo,comprese le vie legali, il proprio territorio, la propria salute e quella dei propri figli. Una presenza con la quale Frattura dovrà fare necessariamente i conti.

In serata le ruspe ed i mezzi pesanti se ne sono andati. I manifestanti hanno tirato un sospiro di sollievo. Ma è solo tregua. La battaglia si annuncia lunga.

 

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