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martedì, Marzo 19, 2024

Sanità. In Consiglio regionale va in scena la danza delle banane

AperturaSanità. In Consiglio regionale va in scena la danza delle banane

di PASQUALE DI BELLO

Ennesimo minuetto in Consiglio regionale. La maggioranza mette in scena una danza equivoca e imbarazzante sul tema Sanità. Presentata e ritirata una proposta di legge frutto di improvvisazione e approssimazione. Tutto, a spese dei cittadini.

Ieri, dopo che hanno parlato i consiglieri regionali Domenico Ioffredi, detto Nico, e Domenico Di Nunzio, detto Marco Polo (vista la delega al Turismo conferitagli da Frattura), tutti gli altri hanno rischiato di passare alla Storia come statisti. A tutto il resto della truppa, infatti, è bastato restare in silenzio per essere annotata nel resoconto d’aula col nome di illustri personaggi del passato. Dinanzi al vuoto siderale che ha caratterizzato le parole di Ioffredi e Di Nunzio, la stenografa d’aula, arresa e atterrata da quel parlare umido, non ha potuto far altro che indicare il resto dei consiglieri con nomi estratti dalla crema del pensiero politico. “Prendono la parola i consiglieri Ioffredi e Di Nunzio, restano in silenzio De Gasperi, Moro, Togliatti, Berlinguer, Nenni, Pertini, Kennedy, Adenauer, Thatcher, De Gaulle, Churchill”.

Quello che è accaduto ha dell’inverosimile. Entrato in aula, Frattura sembrava inseguito dalle vespe: proteso col busto in avanti e le gambe a rimorchio, come chi sta fuggendo da un pericolo imminente. E il pericolo, infatti, non si è lasciato attendere. Le vespe, in questo caso, avevano sì le ali, il pungiglione e il vestitino a strisce gialle e nere come tutte le vespe, ma c’era qualcosa che non quadrava nel sembiante. Viste da vicino, in un secondo momento, quando Frattura si è accomodato al proprio posto con la retina in testa, è apparso chiaro che le vespe erano in due e avevano la faccia di Ioffredi e Di Nunzio. Sono stati loro a dare una sonora uncinata al presidente della Giunta, finendo per causargli un bozzolo astronomico direttamente proporzionale alla figuraccia rimediata dalla maggioranza al governo della Regione Molise.

Che un pericolo fosse in agguato, lo si era capito quando il presidente del Consiglio regionale, Niro, aveva annunciato che alla Presidenza era pervenuta la richiesta di iscrizione all’ordine del giorno di una proposta di legge (la numero 78) proveniente dalla Giunta regionale e che, solo il giorno prima, era stata bocciata in IV Commissione. Quella titolata in materia di Sanità e presieduta da Ioffredi. “Disposizioni straordinarie per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza”, questo il titolo di una legge di soli tre articoli il cui scopo era quello di prorogare sino al 31 dicembre 2016 una serie di contratti del comparto Sanità e in scadenza alla fine del 2014. E allora? Verrebbe da dire. Non ci lamentiamo forse tutti i giorni della Sanità e delle sue disfunzioni? E poi … quando ci si adopera per il mantenimento del personale e dei livelli di assistenza che facciamo, spariamo colpi d’obice su chi cerca di salvare posti di lavoro e soccorso? Peccato che la questione non stia esattamente in questi termini, e che invece rappresenti l’ennesimo paradigma dell’approssimazione dei nostri politici e della burocrazia regionale. Lautamente pagati, gli uni e gli altri, come in questa circostanza producono fuffa allo stato puro.

Spieghiamoci. L’art. 2 della citata proposta di legge dice: “Tale disposizione (quella del rinnovo, ndr) si applica ai soggetti che hanno maturato, alla data di approvazione della presente legge, almeno tre anni di servizio anche non continuativi nel Sistema Sanitario Nazionale”. Peccato che il recente “Jobs act”, la legge nazionale sul lavoro recentemente approvata (n.78/2014), ponga un limite generale al rinnovo dei contratti a tempo determinato proprio nella misura dei tre anni. Ciò vuol dire, in italiano corrente, che dopo tre anni di proroghe non si può più parlare. A fare tuttavia da sponda alla proposta di legge regionale, vi è una circolare a firma Paolo Fadda, sottosegretario al Ministero della Salute. Il documento, del dicembre 2013, richiamando la legge 189/2012 sostiene invece la possibilità di proroga. Insomma un guazzabuglio da azzeccagarbugli nel quale, se ci siamo addentrati, è solo per un motivo: per dimostrare lo stato di assoluta confusione mentale che regna in Consiglio regionale e, segnatamente, nella maggioranza.

La proposta di legge, bocciata il giorno prima,  viene egualmente portata in aula senza alcuna approfondita istruttoria, sempre con la logica delle vespe: quella di chi si precipita di corsa in avanti. E chi è a dirlo che ci si muove insediati dalle vespe? Lo dicono proprio loro, lorsignori. E così torniamo all’inizio di questo pezzo. Ioffredi, prendendo la parola, cosa inusuale, lo ha fatto per chiedere “L’iscrizione all’ordine del giorno (della seduta in corso, ndr) e l’immediata discussione”. Immediata, appunto, incalzata dalle vespe. Dopo Ioffredi, per la maggioranza interviene Di Nunzio con un discorso da far impallidire John Kennedy: “Chiedo cinque minuti di sospensione”, questo il testo dell’intervento già distribuito nelle scuole per il prossimo anno scolastico. Terminati i cinque minuti, che nel frattempo, e al solito, sono durati un’ora, riprende la parola Ioeffredi e – udite udite, per dire cosa? – “Chiedo il ritiro della proposta di iscrizione e il ritorno in commissione. Sono sopravvenuti fatti nuovi”. Capito? Per lorsignori l’ammuina continua, per i molisani va invece in scena la danza delle banane.

Poscritto. Gli unici a far sentire con forza la propria voce, quelli del Movimento 5 Stelle. Più tiepida il resto dell’opposizione

 

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