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martedì, Marzo 19, 2024

“Signora, lei ha bisogno urgente di una flebo. Ripassi a settembre”. In Molise chiudono gli ospedali e riaprono i manicomi

Apertura“Signora, lei ha bisogno urgente di una flebo. Ripassi a settembre”. In Molise chiudono gli ospedali e riaprono i manicomi

di PASQUALE DI BELLO

Sconcertante episodio avvenuto al San Timoteo di Termoli. Ad una paziente giunta all’orlo della trasfusione per mancanza di ferro, viene prescritta una flebo con urgenza. Purtroppo, per mancanza di personale, la donna viene rinviata a settembre.

Non lasciatevi fuorviare dal titolo, perché se i manicomi non sono ancora ufficialmente riaperti, quello che avviene nella realtà è anche peggio. Un’apertura di fatto, come questo episodio, accaduto ad una signora del basso Molise, testimonia con palmare evidenza.

Ospedale di Termoli, giovedì 7 agosto. La donna giunge nel nosocomio adriatico al limite del collasso e a quello della trasfusione. Le viene riscontrata una pesantissima anemia e, contemporaneamente, prescritta con estrema urgenza una flebo di ferro. “Lei deve fare con urgenza una flebo, signora”, questo dice il medico che la visita e la donna da immediatamente il proprio assenso, salvo poi rischiare il collasso non per l’anemia ma per la risposta che si sente dare: “Lei ne ha bisogno ma deve ripassare a settembre”. Questo dialogo manicomiale, perché diversamente non può definirsi, è il paradigma dello sfascio generale della Sanità molisana, quello a cui con fatica si cerca di mettere rimedio, salvo scoprire costantemente che le pezze apposte sono sistematicamente peggiori dei buchi che vorrebbero coprire.

Ragione del singolare suggerimento – a detta del medico, impotente anche lui – la mancanza di personale. “Sono tutti in ferie”. La questione, poi, si è risolta con il dirottamento dell’incolpevole donna all’ospedale di Larino dove, solo il giorno dopo, alla signora è stata fatta la prima di un ciclo di numerose flebo da fare nei prossimi giorni.

Ora, noi non capiamo come possano accadere certi fatti o, peggio, certi misfatti, ma è chiaro che qualcosa qui non va. Come, ad esempio, il massiccio blocco del turnover, pessimo vocabolo che sta ad indicare la malsana procedura di non rimpiazzare il personale che viene posto in pensione. Se la filosofia dei ragionieri di Stato è quella di lasciare –  sia detto absit iniuria – quattro cani in corsia, appare evidente come siano destinati a svuotarsi gli ospedali e, contemporaneamente, a riempirsi i camposanti.

Poscritto. Chiaramente, per rispetto della privacy dell’interessata, che ci ha riferito personalmente l’accaduto, non abbiamo dato riferimenti specifici ma, all’occorrenza, qualora fosse utile potremmo presentarla a uno dei tanti marescialloni che concionano di Sanità da mane a sera.

 

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