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sabato, Aprile 20, 2024

Genitori di Giulio: lacune ed omissioni nelle indagini

AttualitàGenitori di Giulio: lacune ed omissioni nelle indagini

di GIOVANNI DI TOTA

Non vogliono che la morte del piccolo Giulio resti solo un tragico fatto di cronaca. Quel bambino di appena tre anni, poco prima di mettere in bocca quella polpetta, giocava e sprizzava energia come ogni altro della sua età.

Poi in un attimo la vita di quel bimbo precipita, e insieme a lui Marco e Nicoletta imboccano un tunnel dal quale non sono ancora usciti.

A otto mesi da quel pomeriggio, la procura di Bari ha chiesto di archiviare la posizione del medico del 118 e del responsabile dell’Ikea, indagati per omicidio colposo. Non ci sono elementi che possano provare che Giulio poteva essere salvato.

Una scudisciata sul cuore di Marco e Nicoletta Rossi, i genitori del bambino che a Bari in vacanza in camper, aveva fatto una sosta all’Ikea per scegliersi i mobili di casa nuova. Poi la polpetta andata di traverso. I minuti che passano invano, con quel bambino che non respira più e che quando arriva in ospedale è solo un piccolo corpo che rimarrà attaccato alle macchine per una agonia che allungherà solo lo strazio di quei due ragazzi.

Oggi Marco e Nicoletta hanno deciso di parlare. Non vogliono arrendersi a questo finale, che ha il sapore della beffa. Ci sono elementi per noi già chiari, hanno scritto in un documento diramato dai loro avvocati Mario e Carlo Pietrunti, che dimostrano lacune e omissioni macroscopiche di chi partecipò ai soccorsi di Giulio che soffocava mentre l’ospedale è a solo un chilometro di distanza.

Ma in quei momenti frenetici, hanno ricordato i genitori, nessuno pensava a organizzare il trasporto in ospedale di quel bambino. Si sarebbe potuto salvare? E’ sempre stata la domanda delle domande. Una risposta avrebbero dovuto darla le indagini, che secondo Nicoletta e Marco sono state condotte in modo sommario e scoordinato. Poche settimane fa, la notizia di un episodio drammaticamente analogo, avvenuto all’Ikea di Roma, vittima di un soffocamento un altro bimbo anche lui di tre anni, ha riaperto la loro ferita. Del caso si sta occupando la trasmissione Chi l’Ha Visto. Ne sono seguiti, come era accaduto per il piccolo di Campobasso, richieste di corsi per il primo intervento, la presenza di un medico e di soccorritori nelle grandi strutture, ma anche la richiesta di chiarezza nel caso specifico. Ed è quello che chiedono oggi Marco e Nicoletta. Non cerchiamo un colpevole a tutti i costi, hanno detto nella prima Pasqua passata senza il loro figlioletto, ma vogliamo sapere se ci sono responsabilità nella gestione dei soccorsi. Ora la decisione se mettere la parola fine a questo caso dovrà prenderla il giudice di Bari.

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