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martedì, Aprile 23, 2024

Larino, Consorzio di Bonifica nella bufera, gli agricoltori autoconvocati chiedono la chiusura dell’ente “non serve a nulla”

EvidenzaLarino, Consorzio di Bonifica nella bufera, gli agricoltori autoconvocati chiedono la chiusura dell’ente “non serve a nulla”

Michele Mignogna

Gli agricoltori larinesi o comunque quelli fanno parte del Consorzio di Bonifica larinese, si sono autoconvocati per affrontare il problema dei tributi da pagare, in alcuni casi, sembra, non dovuti. L’ente però, su ordine del Presidente regionale della Coldiretti, che ha la maggioranza del consiglio di amministrazione ha negato la sala comune agli agricoltori che ne sono i legittimi titolari, come sono titolari degli stipendi che vengono pagati ogni mese agli impiegati del consorzio, mentre durante il periodo di carnevale quella stessa sala viene data, gratis, a chi organizza i balletti per i carri, fortunatamente c’era il sindaco di Larino, Vincenzo Notarangelo che ha messo a disposizione la sale congressi del Municipio frentano . Torniamo a noi, tutte le leggi esistenti dicono che se c’è un servizio si paga un tributo o un contributo che dir si voglia, altrimenti nisba, non è dovuto. I problemi, sottolineati dagli agricoltori, sono tanti, la bonifica per esempio, oggi, la pagano tutti anche chi non sa dove si trova il consorzio, l’agricoltura oggi ha tanti problemi, dice uno degli organizzatori dell’incontro, bisogna pagare troppe tasse senza incassare nulla, oggi lavoriamo con i prezzi degli anni 80. Crediamo che oggi debba intervenire la Regione almeno per aiutarci a pagare l’acqua. Sono arrabbiati gli agricoltori, sono arrabbiati perché’ oggi non riescono a produrre reddito. E se non bastasse, il consorzio di bonifica chiede tributi che non sono dovuti. All’incontro ha partecipato anche l’avvocato Massimo Romano, responsabile regionale del Codacons, l’associazione dei consumatori che sta seguendo altri casi simili. “Abbiamo approfondito la questione da alcuni mesi, secondo noi del codacons – dice Romano – le cartelle di questi giorni non devono essere pagate, si possono impugnare le cartelle in seguito, e nello stesso tempo recuperare i tributi precedenti, tributi che con ogni probabilità non sono dovuti. Questo perché la Regione Molise non ha mai approvato il piano di classifica del territorio e quindi non si capisce in base a cosa si deve pagare, poi – continua Romano – la legge dice che intanto si deve pagare tributo in quanto il terreno riceve delle opere di utilizzo, opere che in ogni caso non sono state realizzate su tutti i terreni, infatti oggi ci sono ancora terreni senza irrigazione che pagano, spietramento previsto e mai realizzato, canali di scolo sempre pieni e senza manutenzione.

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