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venerdì, Marzo 29, 2024

Isernia, il Comune dorme e l’Università se ne va

AttualitàIsernia, il Comune dorme e l'Università se ne va

di ENZO DI GAETANO La vicenda Università infiamma il dibattito a Isernia.
Purtroppo per il Comune, però, più vengono fuori i fatti e più viene fuori che l’Università e, nel caso specifico, il Rettore, non hanno torto.
Ma veniamo ai fatti delle ultime ore e cioè al comunicato del Senato accademico in cui si precisa che l’Università andrà tutta a Pesche, abbandonando la sede nel centro storico, l’ex convitto vescovile, per intenderci, perchè il Comune non ha prodotto alcun atto amministrativo certo e riscontrabile che dimostri la sussistenza di un contratto di fitto con la Curia vescovile. In altri termine, a parte le dichiarazioni d’intenti, manca l’impegno di spesa e il contratto di affitto per i prossimi quattro anni.
Sull’altro fronre, il Comune, attraverso Maria Teresa D’Achille, afferma di aver approvato un atto di indirizzo in cui Palazzo San Francesco si impegna a pagare il fitto dell’ex convitto alla Curia per i prossimi due anni, prorogabili per altri due.
In cambio la giunta Brasiello chiede alla Curia di ridurre l’importo della locazione e all’Università di potenziare con altri corsi la sede di via Mazzini. Insomma, ancora parole e nessun contratto con la Curia, quello che serve all’Università.
Ora, se l’ateneo, per legge, deve produrre il manifesto dell’offerta formativa entro il 30 aprile, si capisce che il Comune, è arrivato tardi, troppo tardi, nonostante che sapesse, da settembre, che bisognava trovare una soluzione.
Ma c’è di più, la notizia, data dall’ex presidente del Consorzio Universitario, Natalino Paone, del voto favorevole del comune di Isernia alla soppressione dello stesso Consorzio.
Ovvero la soppressione dell’ente che avrebbe potuto garantire il fitto dell’ex convitto. Insomma troppe contraddizioni e troppi ritardi. Alla fine il giudizio non può che essere di colpevolezza per un Comune che, forse, non ha guardato alla vicenda con la necessaria concretezza, ma ha inanellato una serie di errori da Guinnes dei primati. Insomma nessuna laurea ad honorem per Brasiello e colleghi. Dopo la vicenda della direzione didattica finita a Venafro, ora Isernia si sta facendo scappare anche l’università.

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