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venerdì, Aprile 19, 2024

San Giuliano di Puglia, 800 mila euro per un centro di ricerca rimasto aperto solo due anni, l’articolo 15 e le nuove cattedrali nel deserto

FocusSan Giuliano di Puglia, 800 mila euro per un centro di ricerca rimasto aperto solo due anni, l’articolo 15 e le nuove cattedrali nel deserto

di MICHELE  MIGNOGNA

 

Un finanziamento di ottocento mila euro dell’articolo 15 per fare un centro di ricerca tecnologico a San Giuliano di Puglia, nei locali della nuova scuola. Il progetto realizzato in collaborazione con il Parco Scientifico e Tecnologico dell’Università del Molise, ha funzionato solo due anni, poi è stato chiuso per dissapori con l’ ARSIAM, che diceva che il centro toglieva il lavoro a loro.

 

Il famoso articolo 15 che doveva servire per il rilancio socio economico del Molise ha lasciato sul terreno decine di cattedrali nel deserto, tanti soldi spesi per ottenere nulla, nella migliore delle ipotesi, la chiusura totale delle opere costruite, con i soldi dei contribuenti molisani, che non posso usufruirne. Questa  la fine che ha fatto il “Centro di Ricerca Applicata per l’Innovazione e Trasferimento Tecnologico nel settore Agroindustriale finalizzato alla difesa e valorizzazione delle produzioni di eccellenza”. Un progetto ambizioso, quello che si proponeva l’amministrazione comunale del centro fortorino e l’UNIMOL, che in buona sostanza doveva favorire il trasferimento tecnologico nel settore agro-industriale, difendere e valorizzare le produzioni di eccellenza, fornire assistenza specializzata alle aziende del settore e dare indicazioni per il miglioramento qualitativo e quantitativo delle produzioni, ma, come spesso accade soprattutto in questo lembo d’Italia, si realizzano le strutture, e poi si lasciano chiuse e abbandonate al loro destino. Il centro nasce, con tanto di inaugurazione, come ci aveva abituato l’ex Presidente Iorio, nel 2007, con tanto di titoloni sui giornali, non solo locali ma anche nazionali. Per poi essere chiuso nel 2009, con buona pace degli agricoltori della zona e di chi aveva avuto la fortuna di andarci a lavorare. Secondo quanto si dice in paese, sembra che la chiusura sia dovuta al fatto che l’ente regionale che si occupa di agricoltura, l’ARSIAM, si sia lamentato pesantemente del fatto che quel tipo di lavoro potevano farlo loro, senza tener conto del lavoro di ricerca che l’UNIMOL avrebbe potuto fare, mentre il problema principale sembra essere che in quella zona nonostante ci siano diversi agricoltori, il loro numero non permetteva di mantenere un centro di quel tipo e con quei propositi. Strutture inutilizzate a terra dunque, e soldi in aria, il tutto sempre per la mania di grandezza che in quel periodo aveva colpito sindaci e amministratori vari, e che, oggi invece si trovano nell’impossibilità di pagare le imprese che lavorano nella ricostruzione perché la Regione Molise non ha più un solo euro da mettere a disposizione della ricostruzione, ecco il nostro viaggio nelle nuove cattedrali nel deserto inizia proprio dal paese simbolo del terremoto del 2002, che ha fatto tanti danni, molti insanabili, ma ha anche sprecato risorse e tante, togliendo in questo modo, anche all’Università del Molise una buona occasione per cercare di rilanciare l’agricoltura di una zona pesantemente colpita dal sisma.

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