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venerdì, Marzo 29, 2024

L’impresario delle Smirne

CulturaL’impresario delle Smirne

Dal 21 al 23 marzo al Teatro di Rifredi, Firenze

Dopo l’applaudito debutto al Teatro Manzoni di Pistoia, arriva sul palco del Teatro di Rifredi – da giovedì 21 a sabato 23 marzo –L’impresario delle Smirne di Carlo Goldoni, nuova produzione dell’Associazione Teatrale Pistoiese realizzata in collaborazione con Valzer srl.

Lo spettacolo vede ricomporsi gran parte del cast del Vantone di Pasolini, già presentato a Rifredi con successo qualche anno fa: in scena,infatti, accanto a Roberto Valerio, che cura pure la regia e l’adattamento del testo, Nicola Rignanese, Massimo Grigò e Roberta Mattei.

Con loro Valentina Sperlì (già insieme a Roberto Valerio nell’elegante edizione di Un marito ideale di Wilde), Antonino Iuorio, Federica Bern, Pierluigi Cicchetti e Peter Weyel.

Composta nel 1759, l’opera è una splendida e divertente commedia che presenta un impietoso ritratto dell’ambiente degli artisti di teatro, ambiente che Goldoni conosce a fondo: può a ragione “parlarne per fondamento”, come egli stesso dichiara nella prefazione dell’opera. La vicenda, ruota attorno ad un gruppo di attori, pettegoli, invadenti, boriosi e intriganti che, disperati e affamati, vivono per un breve attimo l’illusione della ricchezza nella speranza di riuscire a partire per una favolosa tournée in Oriente con Alì, ricco mercante delle Smirne intenzionato a formare una compagnia d’Opera, e tornare così carichi d’oro e di celebrità. Facili prede di mediatori intriganti, di impresari furbi e rapaci, i poveri artisti scoprono a loro spese che le regole del Teatro sono eterne e che la loro vicenda scritta 250 anni fa ha un grottesco sapore di attualità. Distratti dalle loro piccole beghe e rivalità, occupati a farsi la guerra per far carriera, invidiosi di una posizione nella gerarchia di palcoscenico, di un costume più o meno sfarzoso, di un privilegio in più e soprattutto di avere una paga l’uno più alta dell’altro, non si accorgono di essere delle piccole sciocche marionette i cui fili vengono manovrati da chi il potere veramente ce l’ha, per la sua posizione o per il suo denaro.

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