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venerdì, Marzo 29, 2024

Sanità, braccio di ferro tra i Presidenti delle Regioni “canaglia” e il Governo sulle nomine dei Commissari. Toma invoca la Suprema Corte

AperturaSanità, braccio di ferro tra i Presidenti delle Regioni "canaglia" e il Governo sulle nomine dei Commissari. Toma invoca la Suprema Corte

DI GIOVANNI MINICOZZI

Il Presidente della Regione Donato Toma non si rassegna e insiste per abrogare l’incompatibilità dei Governatori con il ruolo di commissario ad Acta per la sanità.

A dire il vero non è solo lui a contestare la norma ma anche i Presidenti della Campania, del Lazio e della Calabria. Quest’ultimo è stato defenestrato da tempo mentre il salernitano Vincenzo De Luca, eletto il 31 maggio del 2015, e il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti dovranno lasciare l’incarico di commissario ad Acta nelle prossime settimane.

Sollecitata dai quattro presidenti disarcionati, la conferenza delle Regioni ha chiesto ufficialmente al governo Conte di bloccare le nomine fino all’approvazione del nuovo piano per la salute. Secondo alcuni osservatori la partita si potrebbe riaprire ma, considerati l’atteggiamento e la determinazione che hanno caratterizzato il Ministro della salute Giulia Grillo sulla vicenda, un suo ripensamento appare molto improbabile.

Peraltro i commissari sono stati già nominati per il Molise e la Calabria e, dunque, la richiesta di rinviare le nomine, avanzata dalla conferenza delle Regioni, potrebbe essere accettata al massimo solo per il Lazio e per la Campania dove i Governatori Zingaretti e De Luca ricoprono ancora il ruolo di commissario ad Acta.

Per quanto riguarda Calabria e Molise, invece, le nomine sono state già decise tanto che, almeno da noi, il commissario Angelo Giustini e il sub commissario Ida Grossi sono già all’opera e attendono solo una sede decente che la Regione gli deve mettere a disposizione per poter lavorare con tranquillità. Intanto il governatore Donato Toma ha affidato l’incarico a un costituzionalista per impugnare la norma sulla incompatibilità con il ruolo di commissario davanti alla Suprema Corte.

Certamente governare la Regione dovendo rinunciare all’80% del bilancio destinato alla sanità non è gratificante ma il braccio di ferro con il governo non produrrà alcun risultato positivo. Toma avrebbe dovuto concertare, invece, il nome di un commissario di sua fiducia da mettere al vertice della catena di comando della sanità molisana. Così non è stato e, a nomine decise, farebbe bene a collaborare con Angelo Giustini e com Ida Grossi, persone serie , esperte e in grado di fare invertire la rotta a un sistema sanitario ridotto all’indecenza dopo anni di approssimazione, di sprechi e di mancata programmazione.

Spalleggiare regioni più forti, politicamente e numericamente, serve solo a ritardare un processo di miglioramento dei servizi sanitari che i commissari possono intraprendere con solerzia e che i molisani attendono da svariati anni.

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