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sabato, Aprile 20, 2024

Isernia. “Gli italiani, l’Europa e la crisi”, presentato il libro di Fabio Serricchio

AttualitàIsernia. “Gli italiani, l’Europa e la crisi”, presentato il libro di Fabio Serricchio

In principio c’era un sogno, nato tra le macerie lasciate dalla seconda guerra mondiale: mai più conflitti nel vecchio continente. Questo seme germogliò 61 anni fa, con la nascita della comunità economica europea, pietra angolare dell’Unione così come la conosciamo oggi. Ma oggi le fondamenta di questo progetto sono messe a dura prova. L’euro prima, e la crisi economica poi, hanno generato numerosi interrogativi, alimentati dal populismo e dai movimenti sovranisti. L’Italia non è esente da questa tendenza. E crea un paradosso, spiega nel suo ultimo libro Fabio Serricchio, docente di scienza della politica dell’Università del Molise. Proprio perché l’Italia è tra i Paesi fondatori della Cee e della Ue: «La crisi economica – spiega Serricchio nell’introduzione di “Gli italiani, l’Europa e la crisi” – ha minato ulteriormente il rapporto tra gli italiani e l’Europa, già in crisi per svariate ragioni. Nel marzo del 2017, in un clima di pesante incertezza per il suo futuro anche immediato, l’Europa unita ha celebrato il suo sessantesimo compleanno. E mai come in quei mesi gli interrogativi sulle prospettive dell’Europa unita sono apparsi complicati e densi di pesanti interrogativi. Gli eventi successivi, tra cui le elezioni del 4 marzo 2018 in Italia, che hanno chiuso un lungo e complesso ciclo elettorale in cui l’Europa ha giocato un ruolo fondamentale, non autorizzano a prevedere scenari ottimistici. Nonostante tutto, guardare avanti, spendere una parola di ottimismo, è quasi un obbligo». Edito da Giappicchelli, il volume, presentato nell’aula consiliare della Provincia di Isernia, non propone ricette per il rilancio dell’Unione, ma offre un’analisi approfondita di quanto accaduto negli ultimi anni. Permettendo al lettore di avere un quadro più chiaro alla vigilia delle prossime elezioni europee, considerate fondamentali per il futuro del Vecchio Continente. Ma tra le righe viene comunque lanciato un messaggio di speranza. Che è quello di recuperare i valori che animarono i fondatori di quel sogno chiamato Unione europea.

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