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venerdì, Aprile 19, 2024

Termoli: contributi per chi manda i figli al nido e per chi non riesce a pagare l’affitto

AttualitàTermoli: contributi per chi manda i figli al nido e per chi non riesce a pagare l'affitto

Dare un aiuto economico a chi ha mandato i figli al nido negli scorsi mesi e sanare il debito per chi invece non è riuscito a pagare l’affitto di casa. Sono stati illustrati dal vicesindaco di Termoli Maria Chimisso i due nuovi bandi del settore Politiche Sociali del Comune uno dei quali ha una scadenza brevissima. Il 22 novembre è infatti l’ultimo giorno per coloro che possono dimostrare la morosità incolpevole per l’anno 2017. C’è un contributo regionale totale di 19 mila euro e i requisiti sono un po’ stringenti, ma necessari per evitare la corsa dei furbetti: bisogna essere residente a Termoli, vivere in affitto da almeno un anno, avere un Isee che non superi i 26mila euro, avere un contratto registrato e aver già ricevuto la notifica della procedura di sfratto per morosità. Giovedì scade appunto il tempo per accedere ai contributi per la morosità del 2017, per quella del 2018 per cui invece sono stati stanziati 56mila euro c’è invece tempo fino al 31 dicembre. L’invito è quello di rivolgersi agli uffici del Comune per compilare la domanda. Il contributo in questo caso verrebbe assegnato direttamente al proprietario di casa, sanando però il debito dell’inquilino. Il secondo bando che scade invece il 10 dicembre ha come scopo l’assistenza alla prima infanzia e quindi offre un contributo di 100 euro al mese per un massimo di otto mesi per coloro che nel 2018 hanno portato i figli al nido o alle sezioni primavera. La fascia di età va infatti da 0 a 36 mesi. Il bando che come scopo ha sì quello dell’aiuto economico, ma anche quello di favorire l’occupazione femminile, in questo caso della mamma, è rivolto sia alle famiglie cosiddette ‘con fragilità’ e dunque con un Isee che non superi i 16mila euro, ma anche ai nuclei familiari che hanno già la mamma lavoratrice e con un Isee che non superi i 50mila euro. “Si tratta – come spiegato dalla Chimisso – di un ristoro per le spese sostenute”.

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