13 C
Campobasso
sabato, Aprile 20, 2024

Tartufo, Coldiretti: si profila annata eccezionale, ma i cinghiali sono in agguato

AttualitàTartufo, Coldiretti: si profila annata eccezionale, ma i cinghiali sono in agguato

L’estate più piovosa degli ultimi anni, se ha rovinato le ferie a molti, ha avuto almeno un effetto benefico. Ha garantito un’annata eccellente per la raccolta del tartufo bianco, varietà pregiato d’Alba.

Secondo i tartufai le precipitazioni, il 56% oltre le medie stagionali, hanno favorito le condizioni ottimali per una produzione record del pregiato bianco. Previsioni che, sottolinea la Coldiretti, dovrebbero consentire anche una quotazione più abbordabile, rispetto alle cifre stellari raggiunte lo scorso anno, caratterizzato da una forte siccità, che hanno a volte superato i seimila euro al chilo per pezzi da 20 grammi, al borsino del tartufo di Alba, che è una sorta di Piazza Affari per le quotazioni del tartufo.

Va ricordato che la varietà Alba non si riferisce solo al prodotto Piemontese, che dà ormai quasi esclusivamente il marchio alla gran parte della produzione che arriva oltre che dalle Langhe, da Marche, Toscana, Umbria, Abruzzo e Molise. E proprio il tartufo nostrano, per lo più proveniente dal lungo Biferno e dall’Alto Molise, è quello riconosciuto e apprezzato per la qualità più elevata. San Pietro Avellana, Carovilli, Miranda sono diventati ormai nomi familiari e comuni dove il tartufo, oltre alla sagra e alle fiere campionarie, rappresenta ormai un vero e proprio settore dell’economia locale. E quest’anno la novità importante, come evidenziato da Coldiretti, è che i tartufi e i funghi spontanei raccolti dovranno avere un’etichetta obbligatoria che certifichi il luogo di raccolta. Una misura per evitare che i tartufi stranieri vengano spacciati per italiani, ma anche per avere l’indicazione di provenienza. Un passaggio che al Molise può portare solo benefici.

Ma sulla raccolta del tartufo e non solo aleggia una variabile imprevedibile rappresentata negli ultimi anni dai cinghiali. Diventata ormai una vera emergenza sulla quale, dopo le associazioni agricole è intervenuta anche Legambiente.

Secondo gli ambientalisti un problema diventato così invasivo, il conflitto del cinghiale con le produzioni agricole è ormai evidente, va affrontato in modo meno approssimativo e l’approccio più efficace per Legambiente resta quello di una pianificazione che preveda controlli di spazi e numero di capi e affidi alle due categorie interessate, agricoltori e cacciatori, i piani di gestione, così come avviene in altre regioni italiane.

Ultime Notizie