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mercoledì, Aprile 17, 2024

Milleproroghe, sberla alla regione. Grillini contro i molisani. Romano: “Legge anticostituzionale, Tv a rischio”

AttualitàMilleproroghe, sberla alla regione. Grillini contro i molisani. Romano: "Legge anticostituzionale, Tv a rischio"

di GIOVANNI MINICOZZI

Doppio schiaffo al già disastrato Molise inferto dal governo targato Lega-M5s con i provvedimenti inseriti nel decreto Milleproroghe approvato in via definitiva dall’aula del Senato con i voti della maggioranza che sostiene il premier, Giuseppe Conte. Sono stati eliminati, infatti, in un colpo solo ventotto milioni di euro destinati al bando per le periferie, i cui i progetti erano già nella fase esecutiva, ed è stato assestato un duro colpo alle emittenti televisive locali calpestando in tal modo il pluralismo dell’informazione, nonché il diritto dei cittadini ad essere informati, e mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro nelle Regioni più piccole e più povere.

I fatti sono noti: il governo ha inteso concentrare le risorse in favore delle televisioni locali che trasmettono nelle Regioni con oltre due milioni di residenti, anche se occupano poche unità lavorative, a discapito delle emittenti che trasmettono nelle dieci Regioni con meno di due milioni di abitanti. La norma inserita nel DPR n. 146 del 2017 dal governo Gentiloni è stata impugnata da Telemolise, difesa dagli avvocati Pino Ruta, Margherita Zezza e Massimo Romano, presso il Tar del Lazio e i giudici amministrativi, in sede cautelare, hanno riconosciuto la fondatezza del ricorso. Con il Decreto Milleproroghe, invece, trasformato in Legge il governo Conte ha bloccato, di fatto, i ricorsi delle Tv penalizzate. L’avvocato Massimo Romano, pero’, non si arrende e punta sulla incostituzionalità della legge appena approvata.

L’avvocato Massimo Romano

Non si era mai visto un provvedimento legislativo che va a dare una copertura con forze di Legge a un atto amministrativo, che peraltro è oggetto di ricorso pendente al Tar del Lazio, con la finalità evidente di impedire che lo stesso Tar del Lazio si pronunci su questo atto amministrativo – ha dichiarato Romano – un fatto, a mio avviso, estremamente grave rispetto al quale non mancheremo di attenzionare tutte le anomalie per far rilevare prima di tutto il profilo di costituzionalità“.

– Intanto il 17 ottobre il Tar del Lazio dovrebbe pronunciarsi su questa vicenda.

Proprio in quella sede chiederemo al Tar del Lazio di sollevare la questione di costituzionalità dinanzi alla Corte Costituzionale relativamente, appunto, al Milleproroghe che ha trasformato in Legge il DPR perché è palese che non c’è motivo di pubblico interesse per questa iniziativa legislativa se non quello di evitare al giudice amministrativo di entrare nel merito dello stesso ricorso. È un fatto molto grave dal punto di vista giuridico perché si va a fotografare una graduatoria provvisoria che è già pubblica, quindi sono già noti nomi e cognomi degli editori che beneficeranno delle risorse ed è tanto più grave perché il meccanismo di attribuzione di queste sovvenzioni pubbliche segue il criterio dell’AUDITEL che è una società privata con conflitti d’interessi perché compartecipata dagli editori che poi beneficiano di questi contributi pubblici. E poi è grave il fatto che non viene preso in considerazione l’indice di ascolti rapportati alla popolazione residente di ciascuna Regione ma il dato assoluto con la conseguenza che le emittenti molisane sono pregiudicate perché competono su una base demografica di trecentomila abitanti rispetto, ad esempio, ad una emittente lombarda che ha un bacino di riferimento di dieci milioni di abitanti. In un primo momento era previsto il rapporto degli indici di ascolto della popolazione residente in termini percentuali. Ora questo parametro è saltato con la conseguenza che la graduatoria è andata a premiare gli editori delle Regioni più grandi penalizzando ingiustamente le emittenti delle Regioni più piccole nonostante queste ultime avessero un numero di dipendenti ed una spesa per dipendenti di gran lunga superiore a molte altre realtà che, invece, usufruiranno dei contributi statali“- ha concluso Massimo Romano.

Dobbiamo sottolineare, infine, che a nulla è valso l’impegno promesso in più occasioni dai quattro parlamentari del M5s , ovvero Rosalba Testamento, Antonio Federico, Luigi Di Marzio e Fabrizio Ortis, i quali alla fine hanno votato a favore del provvedimento e contro l’interesse del Molise. A dire il vero, ci aspettavamo molto di più dal governo del “cambiamento” e dai 4 Parlamentari molisani.

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