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venerdì, Aprile 19, 2024

Campobasso – Salma con il dito tagliato, Asrem condannata a risarcire i familiari

EvidenzaCampobasso - Salma con il dito tagliato, Asrem condannata a risarcire i familiari

Si è conclusa con una sentenza di risarcimento l’incredibile storia capitata ad una famiglia di Vinchiaturo nel 2014. Una storia che ha i connotati di un giallo e che purtroppo ad oggi non ha trovato colpevoli o motivazioni all’insano gesto. Ma comunque ha un responsabile: l’Asrem di Campobasso è stata condannata, dal giudice Dentale, ad un risarcimento di 105mila euro ai familiari di un uomo che si è ritrovato con un dito mozzato mentre il suo corpo giaceva, ormai senza vita all’obitorio del Cardarelli di Campobasso. L’Asrem è colpevole per mancata custodia che ha portato al vilipendio di cadavere, ha stabilito il giudice. Una conclusione che, pur lasciando interrogativi e perché ai familiari della vittima della storia, ha almeno concluso una brutta e assurda vicenda. “E’ stata riconosciuta la pietas dovuta ai morti e l’Asrem è stata ritenuta responsabile perché non ha vigilato su un corpo lasciato in custodia all’obitorio”, ha commentato l’avvocato Filomena Fusco, rappresentante della famiglia del settantenne di Vinchiaturo – insieme all’avvocato Gallucci- e che ripercorre le fasi della vicenda: un giardiniere settantenne muore al Cardarelli e come avviene in questi casi, viene lasciato nei locali a pianterreno, in attesa dei funerali. L’indomani mattina i familiari arrivano per l’ultimo saluto al defunto e non riescono a credere ai loro occhi: il dito indice dell’uomo era stato mozzato di netto durante la notte ed era sparito. L’incredulità lascia in breve posto allo sdegno: com’era possibile che nessuno si fosse accorto che qualcuno si era intrufolato, senza permesso, nottetempo, nell’obitorio? E cosa indicava il gesto? Perché infierire sul corpo di un rispettato 70enne, un giardiniere che non aveva mai fatto nulla di male a nessuno? La questura si è messa subito in moto per le indagini in ogni campo, valutando qualsiasi pista, da un avvertimento mafioso ad una ritorsione, una possibile vendetta, un macabro rituale. Addirittura si era pensato che anche le pompe funebri o qualche familiare potessero avere una parte nella storia. Ma un mese dopo il dito ricompare, in una busta chiusa viene spedito al direttore generale dell’Asrem. Per cui sembra chiaro agli inquirenti che si tratti di un avvertimento, magari proprio al direttore dell’Asrem, ma per dire cosa non si sa. I parenti offesi ed arrabbiati decidono di passare ai fatti, contattano gli avvocati Fusco e Gallucci e dopo 4 anni un giudice dà loro ragione: qualcuno avrebbe dovuto vegliare sul corpo del giardiniere ma non l’ha fatto. “Ed è proprio questo il punto più inquietante della storia- commenta l’avvocato Fusco- e cioè che a quanto si sa, al Cardarelli manca la sorveglianza, c’è gente che entra di notte indisturbata e dorme nei reparti ormai vuoti, si sentono storie di anziane palpeggiate, vengono rubati i farmaci. C’è una criticità nella criticità, nell’ospedale di Campobasso”.

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