9.3 C
Campobasso
giovedì, Aprile 25, 2024

Tumore diagnosticato in ritardo, l’odissea di una paziente isernina

AttualitàTumore diagnosticato in ritardo, l'odissea di una paziente isernina

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una donna che racconta la sua odissea, provocata da un tumore non diagnosticato subito.

Marco Scarci

“Il viaggio della speranza nel circolo vizioso di una Sanità superficiale pubblica e privata Molisana, Abruzzese e Campana. Quattro mesi preziosi con una diagnosi di polmonite “senza sintomi”.
Qualcuno l’ha chiamata ” polmonite attinica” . Beh dopo 3 mesi dalla radioterapia non dopo 3 anni! Un ricovero c/o l’ospedale di residenza per “fame d’aria e blocco del polmone destro” (diagnosi del medico di guardia) e dopo 4 giorni di ricovero il consiglio è stato di correre per consultare un chirurgo toracico (lo stesso che mi aveva visto 2 volte senza visitarmi ma leggendo TC e PET !!).
Per una serie di circostanze favorevoli la mia prima luce: la dottoressa Cristiana D’Ambrosio (dirigente medico di cardiologia) che mi ha onorato della sua amicizia, ed il viaggio della speranza verso l’Ospedale San Gerardo di Monza. Si è aperta una porta e “Barbara” (segretaria del direttore dell’UOC di Chirurgia Toracica) ha chiamato: Lombardi? Dietro di lei un giovane medico che mi ha teso la mano e ……. “piacere Marco”. Era il Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica, Consultant di Chirurgia Toracica presso University College London Hospital NHS Fundation Trust). Da quel momento la mia vita è stata nelle sue mani.
Ancora oggi penso a quel momento “piacere Marco”; modestia, signorilità, bontà, responsabilità, prontezza, sicurezza, destrezza, etc etc. e quando gli ho chiesto piangendo di togliermi dal petto quello che mi faceva stare male, Lui aveva già capito e deciso: ricovero d’urgenza ed intervento d’urgenza.
Un grazie di cuore al dottor Marco Scarci e a tutto il personale paramedico dell’UOC di Chirurgia Toracica di Monza, “un mondo a parte”. Grazie alla signora che mi ha consolata mentre mi portavano in sala operatoria. Ero sola, ero lontana da casa, ero andata per un consulto e si è attivato intorno un vortice per salvarmi. Ringrazio Gionni Matticoli (infermiere 118 di Isernia) che si è preoccupato di organizzare ogni particolare per il ” viaggio della speranza”.
Non so cosa mi riserva il futuro ma so di essere in buone mani e questo deve aiutarmi a superare tutte le mie paure. Un insieme di eventi che hanno segnato per sempre la mia vita, se fossero stati meno superficiali oggi non avrei un futuro da malata oncologica ma farò in modo che altre persone non “incappino” in questi personaggi dell’altra faccia della Sanità. Ma alla fine del tunnel si può trovare la luce e la mia luce si chiama Marco”.
Firmato Giuseppina Lombardi

Ultime Notizie