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giovedì, Marzo 28, 2024

Larino, 130 carri in processione per San Pardo. Il segretario Cei Galantino: “Custodite questi valori e riscoprite la vostra vita”

AttualitàLarino, 130 carri in processione per San Pardo. Il segretario Cei Galantino: "Custodite questi valori e riscoprite la vostra vita"

 

 

 

 

 

 

 

 

Un territorio che conserva un immenso patrimonio di storia, cultura e tradizioni. La festa di San Pardo, patrono di Larino e dell’intera Diocesi, racchiude il senso identitario di una comunità, segno di unione tra le generazioni di ieri e quelle di domani. Tre giorni di condivisione tra migliaia di presenze nel centro frentano, con i rientri da ogni dove per seguire l’evento più atteso che rappresenta un fatto sociale totale. Sono stati quasi centrotrenta i carri trainati dagli animali vestiti a festa e ricoperti da una miriade di fiori di carta che hanno partecipato alle processioni in un’atmosfera unica e carica di emozioni. Dalla sera del 25 maggio con il corteo che riprende San Primiano, martire larinese insieme a Firmiano e Casto, alla cappella del cimitero e rientra verso la Cattedrale, quindi la solennità del 26 maggio che ricorda l’arrivo delle reliquie di San Pardo nel centro frentano avvenuto nell’842. Ancora, la processione di rientro del 27: un andare e un tornare che si rinnova, valori sempre vivi trasmessi di padre in figlio. In occasione della festa a Larino il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, Nunzio Galantino, che ha celebrato la messa in Cattedrale con il vescovo, Gianfranco De Luca e i sacerdoti della città e della comunità diocesana.

Queste manifestazioni – ha osservato mons. Galantino – ci aiutano a tornare alle radici della nostra vita di ogni giorno. Penso a tutto impegno che le famiglie e questa realtà hanno posto per prepararsi a questo momento rinnovando un investimento di energie e anche di lavorare insieme. Sono tutti valori importanti, che forse la nostra civiltà, la nostra cultura sta mettendo da parte, quindi da un lato queste realtà ci riconducono ad alcuni valori fondamentali. Certo, sarebbe limitante se ci si fermasse a tutto questo: da qui l’importanza di legare a questo tipo di realtà la celebrazione eucaristica e momenti come la processione. Questo vuole dire che non esiste un uomo che si impegna su certi piani e che poi non sappia fare un passo avanti come quello di sentirsi dire dal Signore ‘dopo aver fatto tutto questo adesso che compito tu ti assumi?’. La lettura di Isaia dice che siamo chiamati ad annunciare il lieto annuncio ai miseri e allora da questa festa deve venire fuori anche l’impegno a identificare chi sono i miseri oggi, i senza voce, quelli che non ce la fanno. Allora – ha concluso mons. Galantino – fare una festa di questo genere significa affinare la sensibilità spirituale e civica perché bisogna lavorare insieme per dare risposte concrete a quello che oggi la gente chiede”.

Valori da custodire, una festa che immerge nella storia, segni e significati accolti dai bambini con una risposta di popolo nei preparativi, nella doma, nelle funzioni come la messa dei Carrieri, l’antica laudata di San Pardo, la Carrese, intonata anche dai più piccoli e tante esperienze che si incontrano negli anni. Ogni carro racconta una storia, la vita, il lutto, l’impegno racchiuso in un fiore, in un drappo, nel rapporto unico e speciale tra l’uomo e gli animali. San Pardo da vivere, scoprire e soprattutto amare in un tripudio di suoni, colori ed emozioni che avvolge il maggio larinese. Ai vari momenti della festa sarà dedicato un lungo speciale della trasmissione Viaggio in Molise.

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