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giovedì, Aprile 25, 2024

Campobasso- Neurochirurgia chiuso al Cardarelli, paziente rischia di morire. E’ l’effetto della riorganizzazione sanitaria di Frattura

AttualitàCampobasso- Neurochirurgia chiuso al Cardarelli, paziente rischia di morire. E' l'effetto della riorganizzazione sanitaria di Frattura

di ANNA DI MATTEO

Gli effetti, devastanti, della sciagurata riorganizzazione del sistema sanitario targata Frattura continuano a ripercuotersi sulla vita e sulla salute dei cittadini. A Campobasso un anziano è giunto in condizioni critiche al Cardarelli per un ematoma subdurale. Un quadro clinico estremamente grave per il quale era necessario un intervento neurochirurgico d’urgenza. Ma come noto, il reparto di Neurochirurgia, insieme ad altri importanti reparti, al Cardarelli, l’ospedale regionale, è stato chiuso. E dunque pazienti affetti da malattie tempodipendenti, quelle malattie, cioé per le quali il fattore tempo gioca un ruolo decisivo per mantenerli in vita, rischiano di morire.

Così per lo sfortunato paziente è stato disposto il trasferimento nelle strutture sanitarie vicine attrezzate per fronteggiare casi come il suo. Ma né al Neuromed di Pozzilli, tantomeno agli ospedali di San Giovanni Rotondo, Foggia, Pescara e Teramo c’erano posti letto disponibili. La moglie, ormai disperata, dopo quasi otto ore di attesa, ha deciso di riaccompagnare il marito al Cardarelli. E grazie anche all’interessamento di alcuni consiglieri regionali del Movimento 5Stelle, è riuscita ad arrivare ai vertici dell’Asrem per tentare di trovare una soluzione. Soluzione che è arrivata dal direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina e Chirurgia di Accettazione ed Urgenza, il dottor Agostino Claudio Rossi che, insieme al suo staff si è reso disponibile ad operare il paziente, salvandogli la vita. Un caso che, almeno stavolta ha avuto un lieto fine. Così non è stato per altri due uomini, morti, lo scorso anno, durante il trasporto dal Cardarelli al Neruomedi di Pozzilli. Per loro la corsa contro il tempo non è bastata a salvargli la vita. Vite umane messe a rischio da una rete dell’emergenza sul territorio che va necessariamente ripensata, perché non garantisce neppure i livelli essenziali di assistenza, per altro garantiti per legge. Una regione, il Molise, che secondo uno studio condotto dal ministero della Salute, è tra le ultime , per i tempi di attesa per l’arrivo di un’ambulanza. In media trascorrono almeno 21 minuti dalla chiamata al 118 all’arrivo a destinazione. La nostra regione condivide la triste posizione con l’Umbria e l’Abruzzo. Peggio solo la Basilicata che è in fondo alla graduatoria. Dati che devono indurre ad una attenta riflessione la nuova classe dirigente affinché anche nel Molise il diritto alla salute e alla cura siano garantiti a tutti i cittadini, sempre ed in qualunque posto della regione essi si trovino.

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