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venerdì, Marzo 29, 2024

Regionali, il Molise in alto mare. Unico dato certo: il caos

AperturaRegionali, il Molise in alto mare. Unico dato certo: il caos

di PASQUALE DI BELLO

Con buona pace degli azzeccagarbugli al lavoro, la politica molisana è ad un punto fermo. Ossificata. Parliamo delle elezioni regionali. Davanti alla generale paralisi di centrodestra e centrosinistra, agli equivoci che entrambe queste due famiglie politiche continuano a generare e ai tripli salti mortali con avvitamento di coloro che passano disinvoltamente da un confine all’altro, l’unico dato certo è la candidatura di Andrea Greco a presidente della Regione per il Movimento 5 Stelle. Di questo passo, davanti alla inconcludenza degli altri, è facile ipotizzare che a prevalere alle prossime elezioni regionali del 22 aprile sarà il movimento fondato da Grillo e Casaleggio. E anche con una messe di voti. E’ evidente come nessuno oda, dalla sponda opposta ai grillini, il suono della campana a morto. L’ultima ipotesi messa in campo, e disintegrata dal “no grazie” pronunciato da Antonio Di Pietro, prevedeva come alternativa ai 5 Stelle uno schieramento guidato da un ex magistrato (Di Pietro, appunto) e un altro capitanato da un magistrato ancora in carica ma in procinto di mollare il tribunale (il giudice Di Giacomo). Davanti a questo scenario, ancorché franato, appare chiara un’altra cosa, oltre alla probabile vittoria grillina: la morte della politica. E’ come se tutti avessero la faccia (in taluni casi abbastanza tosta) per correre nella veste di consigliere ma nessuno ne disponga di una presentabile agli elettori per il vertice della regione. Ci sono stati diversi passi indietro, inevitabili e dovuti, ma oltre quei passi i molisani hanno trovato il vuoto. Non è chiaro se per dolo o per colpa, ma è un dato di fatto che tanto nel centrodestra quanto nel centrosinistra non sia cresciuta nessuna leadership. Da qui la rincorsa al giudice, ma anche all’avvocato, al medico, al commercialista, al professore universitario o a qualsiasi cosa che non sappia di politica ma che consenta alla politica di armeggiare sempre e comunque. La tendenza degli “apparati” ad agire come corpi separati intenti esclusivamente a garantirsi una rendita di posizione, appare evidente dalle capriole di molti che sino a l’altro ieri si sono sfidati a colpi di mortaio, che ieri hanno deposto le armi e che ora corrono a braccia aperti gli uni verso gli altri. Sembra di trovarsi dentro un celebre quadro di Pieter Bruegel il Vecchio, la “Lotta tra  Carnevale e Quaresima”, ovvero nel bel mezzo di una ressa sgangherata.

Ci auguriamo che qualcuno in questi dieci giorni che mancano alla presentazione delle liste e, quindi, alla scelta del candidato presidente, rimetta al centro del dibattito politico una parola che sembra si sia persa sotto la pece che sta soffocando ogni cosa. La parola è “dignità”. Serve per vincere ma, soprattutto, serve a perdere con onore.

Poscritto. Nelle ultime ora sono trapelate alcune informazioni. Nel pomeriggio di domenica una delegazione del PD composta dal segretario dimissionario Fanelli, dall’ex consigliere regionale Antonio D’Alete e dall’assessore Vittorino Facciolla, ha avanzato le ipotesi di candidatura a presidente della Regione di Michele De Santis (ex assessore comunale a Campobasso), quello della preside Rossella Gianfagna e quello del sindaco di Castel del Giudice, Lino Gentile. Intanto per la giornata di lunedì sono stati convocati presso la sede nazionale del PD: il presidente Frattura, la segretaria Fanelli e la deputata uscente Venittelli. Convocato anche l’ex senatore Ruta che, con molta probabilità, darà forfait.

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