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giovedì, Marzo 28, 2024

Riaprono le scuole a Campobasso. Bulli da tastiera insultano via Facebook il sindaco Battista

AttualitàRiaprono le scuole a Campobasso. Bulli da tastiera insultano via Facebook il sindaco Battista

di PASQUALE DI BELLO

L’incredibile ed inqualificabile sequela di insulti e contumelie scagliati all’indirizzo del sindaco di Campobasso, Antonio Battista, colpevole di aver disposto la riapertura delle scuole dopo la fine del maltempo, ha fatto scattare una solidarietà pressochè generale da parte di moltissimi cittadini e rappresentanti politici di ogni colorazione.

Quello che è accaduto è degno dei peggiori bassifondi e dei ghetti dei peggiori posti al mondo. Questi i fatti. Antonio Battista, sindaco di Campobasso e presidente della stessa Provincia, passata la buriana di Burian e cessato il maltempo ha comunicato la riapertura delle scuole dopo due giorni di chiusura. Lo ha fatto anche su Facebook, offrendo la stura ad un robusto drappello di teppistelli da tastiera di commentare con le peggiori volgarità e maledizioni una decisione dettata solo dal buon senso. Il maltempo è cessato e si torna a scuola. Tutto qui. E invece no. Da qui si è scatenato il finimondo.

Facebook, purtroppo, in alcuni casi come questo si trasforma in una fogna dove impunemente vengono rovesciate accuse, minacce e turpiloqui a volontà. Ma Facebook è soltanto lo specchio di una società che progressivamente ha visto indebolirsi – sino a sparire, in alcuni casi – le principali agenzie educative : la famiglia, in primis, e successivamente la scuola. Viviamo in una società dove al rimprovero sacrosanto di un insegnate verso uno studente, fa spesso seguito una rappresaglia da parte di qualche genitore sconsiderato. I casi di professori finiti al Pronto soccorso riempiono, purtroppo, le cornache quodidiane. Più passa il tempo e più diventano desuete alcune parole che un tempo erano sacre: rispetto, educazione, famiglia, scuola, genitori, professori, valori; un elenco che ogni giorno si allarga. In tutto questo, purtroppo, si registra il relativismo culturale di chi vorrebbe trovare nel malessere generazionale che investe i ragazzi di oggi, giustificazioni e spiegazioni a quelli ch sono invece solo ed esclusivamente episodi di teppismo e bullismo verbale e purtoppo non solo. Nulla di più fuorviante se non si prende atto che, accanto a chi patisce un indubbio malessere, c’è anche chi è semplicemente un maleducato e un legno storto che andrebbe raddrizzato.

Che i tempi cambiassero, lo aveva profetizzato Bob Dylan molto tempo fa. Che sarebbero cambiati in peggio, purtroppo nemmeno lui poteva saperlo. In circolazione ci sono molti e ottimi ragazzi a cui afidare il mondo, ma se ci nascondiamo che una generazione di bulletti di cartone sta crescendo nella generale impunità se non nella palese licenza di aggressione, allora continuiamo a prenderci in giro.

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