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sabato, Aprile 20, 2024

Invg: “C’è magma vulcanico sotto al Matese”

Ambiente e territorioInvg: "C'è magma vulcanico sotto al Matese"

Che il Matese sia un’area fortemente a rischio sismico in Molise lo sanno tutti o quasi. La zona infatti viene da tempo inserita nella mappa dei probabili terremoti di alta magnitudo. Adesso arriva uno studio sull’Appennino meridionale, condotto da un gruppo di ricercatori, geofisici dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e del dipartimento di Geologia dell’università di Perugia, che fornisce un dettaglio importante, già rimbalzato su importanti riviste scientifiche: i terremoti e le falde acquifere dell’Appennino meridionale hanno rivelato la presenza di magma in profondità nell’area del Sannio- Matese.  I ricercatori- Guido Ventura, Francesca Di Luccio e Giovanni Chiodini- hanno iniziato a studiare una sequenza sismica definita anomala, verificatasi a dicembre 2013 nell’area del Sannio Matese, con magnitudo massima di 5 gradi Richter., per scoprire che tali terremoti erano innescati da una risalita di magma nella crosta terrestre tra i 15 e 25 km di profondità. “Un’anomalia- spiegano i ricercatori- legata non solo alla profondità dei terremoti di questa sequenza, ma anche alle forme d’onda degli eventi più importanti, simili a quelli di terremoti in aree vulcaniche”. I dati raccolti mostrano che i gas rilasciati da questa immissione di magma sono costituiti prevalentemente da anidride carbonica, che arriva in superficie come gas libero o disciolta nelle falde acquifere di questa parte di Appennino.  Tutte informazioni sicuramente affascinanti per chi studia i fenomeni della Terra, ma che potrebbero aprire nuove strade per lo studio dei terremoti: identificando le zone di risalita del magma nelle catene montuose- spiega il vulcanologo Guido Ventura- è possibile  evidenziare che tali intrusioni possono generare terremoti con magnitudo significativa. E lo studio della composizione delle falde acquifere consente di notare anche l’anomalia termica. I ricercatori comunque precisano che sia da escludere che il magma che ha attraversato la crosta nella zona del Matese possa arrivare in superficie e formare un vulcano, quantomeno non prima di un migliaio di anni, ma piuttosto conferma e stabilisce ancora una volta la pericolosità sisimica dell’area matesina, dove è del tutto probabile prevedere terremoti di forte intensità.

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