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mercoledì, Aprile 24, 2024

Inquinamento, esposto dell’Associazione Caponnetto all’antimafia per strage e omicidio

AperturaInquinamento, esposto dell'Associazione Caponnetto all'antimafia per strage e omicidio

Di nuovo in cronaca le morti sospette e l’inquinamento ambientale della Piana di Venafro. Un territorio sfortunato, dove vivono almeno ventimila persone e che negli ultimi tempi ha dovuto fare i conti con troppi decessi causati da patologie tumorali. C’è un nesso tra l’aumento dei tumori nella piana di Venafro e l’inquinamento ambientale causato anche dagli interramenti abusivi denunciati a suo tempo dal pentito di camorra, Schiavone?

L’associazione antimafia Caponnetto ne è convinta, tanto da aver presentato una denuncia alle procure antimafia della Campania ed a quella nazionale, i reati ipotizzati su cui si è chiesto di indagare sono strage, un reato imprescrivibile, omicidio in conseguenza di altro reato e disastro ambientale. L’associazione sta approntando pure un terzo esposto per le procure molisane e del frusinate, curato dall’avvocato Roberto d’Aloisio. ”Anche nel Molise – afferma l’associazione Caponnetto – è necessario ed urgente  indagare sulla correlazione tra morti sospette e inquinamento ambientale specialmente nella zona del Venafrano e del basso Molise”. La seconda novità arriva dal palazzo di giustizia di Isernia, dove la procura ha infatti aperto una nuova inchiesta. A rivelarlo è stato direttamente Paolo Albano che è intervenuto sulla questione dei terreni contaminati, dopo che nei decenni scorsi sono stati effettuati sversamenti illeciti da parte di personaggi senza scrupoli. Albano ha precisato che «le dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone (nella foto) risalgono a 20 anni fa. Ed erano molto generiche. Ciononostante – continua il magistrato – siamo riusciti ad individuare la zona e a far partire le ricerche tramite scavi nel 2014. Oggi però sento di poter dire che – ha specificato il procuratore – tra le varie tipologie di rifiuti che sono state individuate non ci sono rifiuti radioattivi né tossici. Ma il sindaco di Venafro, Sorbo, ha presentato questa estate un nuovo esposto, in cui si fa riferimento ad inquinamento generico. Del caso doveva occuparsene il collega Scioli che, però, è stato trasferito ad altro ufficio – precisa Albano – quindi mi occuperò io personalmente di questa vicenda, conferendo incarico a un perito per verificare eventuale inquinamento sia per quel che concerne le emissioni in atmosfera che per eventuali ulteriori interramenti».

Il procuratore Albano ha inoltre reso noto che c’erano degli indagati nella prima inchiesta, ma tutto è stato archiviato perché prescritto. Ora però è stata aperta la seconda inchiesta a seguito dell’esposto di Sorbo che, forte di una delibera approvata all’unanimità dal Consiglio comunale con specifico mandato, aveva chiesto proprio l’attivazione della Magistratura. A questo punto, è prevedibile che, sull’inquinamento della Piana di Venafro – sia aria, che suolo, che acqua – la Procura effettuerà delle indagini avvalendosi di un perito nominato da Albano. Senza dimenticare che comunque resta sempre aperto anche il caso dei camion carichi di polveri pesanti sequestrati da Carabinieri e Forestale nel 2016 nella Piana di Venafro.

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