Mozzarella di Bufala Dop: passa all’unanimità in Consiglio regionale l’Ordine del giorno, presentato dal presidente dell’assemblea, Vincenzo Cotugno, a tutela delle tradizioni e della genuinità della “Mozzarella di Bufala campana Dop”, prodotta in Molise nel Venafrano.
“Un provvedimento . ha commentato Cotugno – che va a sostegno degli allevatori di bufale e dell’intera filiera agricola contro le recenti modifiche al Disciplinare presentate dal Consorzio di Tutela al Ministero dell’Agricoltura che rischiano di minare la qualità dell’intero prodotto”.
A maggio scorso l’Assemblea del Consorzio per la tutela della Mozzarella di Bufala campana Dop, ha deliberato una nuova proposta di modifica al disciplinare. Con le modifiche si vorrebbero introdurre: il “congelamento” del della mozzarella, l’utilizzo del vapore per la cagliata e la realizzazione dei cosiddetti filoni da 1 kg. In questo modo sarebbero a rischio le caratteristiche di formaggio ‘fresco’, con un impoverimento della qualità del prodotto.
Una proposta, dicono i produttori delle regioni di provenienza della bufala, che è stata già trasmessa al Ministero delle Politiche Agricole per l’approvazione e la ratifica delle modifiche del disciplinare, ma che non rispetta le proprietà e la storia di questo antichissimo prodotto del Mezzogiorno, che identifica proprio la Campania, il basso Lazio e la zona di Venafro. La Mozzarella di bufala, insomma, è considerata ormai un bene immateriale di proprietà dello Stato.
“Con l’ordine del giorno approvato in consiglio regionale – ha dichiarato Cotugno – abbiamo tutelato i produttori della zona del Venafrano e i consumatori di questa ‘Eccellenza’” casearia e nei prossimi giorni verrà chiesto di avere almeno un componente molisano nel Consorzio di Tutela della “Mozzarella di bufala campana Dop”, che comprende le regioni Campania, Lazio, Puglia e Molise.
Da anni i produttori delle eccellenze gastronomiche del Molise, ventricina, pampanella, tartufo, caciocavallo e mozzarella di bufala, solo per citarne alcune, chiedono il riconoscimento del marchio e una politica di tutela da parte delle istituzioni. Finora i risultati sono piuttosto scarsi. E l’immagine culinaria della regione resta affidata solo al coraggio e alla tenacia di tanti, tantissimi piccoli produttori che non vogliono arrendersi.
gdt