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giovedì, Aprile 18, 2024

Frattura, spunta l’ipotesi di incandidabilità. Sul governatore l’ombra della legge Severino

AperturaFrattura, spunta l'ipotesi di incandidabilità. Sul governatore l'ombra della legge Severino

di PASQUALE DI BELLO

Ferma da circa un mese, la Giunta regionale è tornata a riunirsi solo lo scorso 8 settembre dopo una lunghissima pausa estiva. Non è un caso. La questione, secondo indiscrezioni, pare che abbia un retroscena di ordine politico-elettorale. Oltre che tra i banchi della maggiornaza, sembra che anche in Giunta regionale i mugugni verso frattura siano in crescita e più di qualcuno pare stia lavorando ad un passo indietro dello stesso Frattura. I suoi recenti capitomboli giudiziari hanno infatti accentuato la disaffezione che già da tempo covava nei confronti del governatore a cui va la responsabilità di una serie di errori, se non addirittura di atti commessi con dolo, che adesso gli si ritorcono fatalmente contro. I Filistei, insomma, non ci stanno a morire insieme a Sansone e strarebbero quindi preparando le contromisure per non finire seppelliti dalle macerie di un regno che ormai è alla fine. Inoltre, tutti sanno che sulla testa di Frattura pende la spada della legge Severino. Nella sciagurata ipotesi che egli riottenga la candidatura e in quella ancora più infausta che possa essere rieletto (cosa pressochè impossibile, poiché a nessuno è mai capitato di vincere due volte di seguito la lotteria Italia), arriverebbero inevitabilmente al pettine i nodi del caso Bari, quelli del caso Bio.Com, la cui inchiesta potrebbe riaprirsi, e quelli di altre possibili inchieste in itinere. In caso di condanna, Frattura decadrebbe immediatamente dalla carica, trascinando insieme a sé nel baratro tutta la truppa regionale. Appare verosimile, quindi, che in maggioranza e in Giunta – secondo le indiscrezioni che corrono in queste ore – qualcuno stia puntando direttamente alla sua incandidabilità. Ad aumentare la confusione si aggiunge infine l’incertezza sulla legge elettorale con la quale si andrà al voto. Diverse le proposte che giacciono in commissione, nessuna delle quali è tuttavia in dirittura d’arrivo. Si rischia così di votare a primavera con la vecchia legge, comprensiva di listino maggioritario e voto disgiunto.

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