di ANNA MARIA DI MATTEO
L’euforia, tra i fedelissimi molisani, per la riconferma di Matteo Renzi alla guida del partito democratico è durata poco. Perché all’indomani dell’esito delle primarie che a livello nazionale hanno premiato l’ex premier, in Molise c’è una grossa fetta del Pd che ora chiede a gran voce le primarie per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. Il mandato di Frattura e dell’intero Consiglio regionale scadrà a febbraio 2018, dunque le elezioni regionali non sono poi così lontane. E nel Partito democratico sono in molti a sollecitare chiarezza nelle scelte e soprattutto a voltare pagina per non arrivare impreparati all’importante appuntamento.
Dunque la ricandidatura del governatore uscente, Paolo di Laura Frattura non è affatto scontata come vorrebbe far credere il diretto interessato e il suo entourage, a cominciare dalla segretaria regionale del partito, Micaela Fanelli. Nient’affatto. Il parlamentare Roberto Ruta, su questo aspetto, è stato chiaro: occorre un confronto all’interno del Pd su una scelta così importante. Posizione che collima perfettamente con quella espressa dai rappresentanti molisani della mozione Orlando che fa capo al consigliere regionale Massimiliano Scarabeo.
In una nota sottoscritta dallo stesso Scarabeo e da Michele Di Giglio, Oreste Campopiano, Giuseppe Libertucci, Ombretta Pollice, Franco Di Biase e Michele Giuliani, c’è la richiesta di discontinuità con l’operato della segreteria regionale che passi anche attraverso un consuntivo sull’operato della Giunta regionale, giudicato insufficiente. «Le fughe in avanti non servono in questa fase, se non dopo aver affrontato con spirito unitario e costruttivo i nodi irrisolti», è scritto nella missiva. Ma l’onda del dissenso nei confronti del presidente Frattura arriva fino al basso Molise, dove la renziana Venittelli e i suoi sostenitori rilanciano la necessità di indire le primarie per la leadership alla Regione, mentre il parlamentare Danilo Leva ha invitato Frattura a farsi da parte.
E l’assemblea regionale, fissata per il 27 maggio rappresenterà un importante banco di prova. La segretaria Fanelli, dal canto suo, ha chiarito che il tema delle primarie è così importante da richiedere il coinvolgimento di tutti i partiti della coalizione, «ma non ricandidare Frattura – ha detto – potrebbe essere interpretato come una bocciatura della sua azione di governo». La richiesta, pressante che arriva da gran parte del Pd, di indire le primarie già da sola significa una bocciatura per Frattura. Senza considerare, poi, le critiche, dirette al governatore uscente, che arrivano dagli altri partiti della coalizione. Insomma, per Frattura si annunciano tempi duri.