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venerdì, Marzo 29, 2024

Dissesto e cantieri chiusi. Il sindacato degli edili protesta sulla Fondovalle del Tappino

AperturaDissesto e cantieri chiusi. Il sindacato degli edili protesta sulla Fondovalle del Tappino

di ANNA MARIA DI MATTEO

Fondovalle del Tappino, frana di Pietracatella: è il luogo scelto dai sindacati degli edili del Molise per manifestare contro l’inerzia della Regione, che ha disatteso gli impegni assunti con la firma del protocollo, di un anno fa, che avrebbe dovuto insediare il comitato permanente per la verifica degli appalti e dell’occupazione.
Martedì 11 aprile dunque i sindacati suoneranno la sveglia alla Regione Molise, a quella della Puglia ma non solo: l’appello è rivolto anche all’Anas, al ministero dei Lavori pubblici, ai prefetti di Campobasso e Foggia, alle Province e ai comuni attraversati dalla Fondovalle del Tappino, le cui condizioni sono tali da mettere in pericolo chi la percorre. Un luogo simbolo del grave fenomeno del dissesto che interessa la nostra regione.
Una situazione sulla quale è intervenuto il consigliere regionale Michele Petraroia che ha denunciato il mancato insediamento del Comitato permanente e l’assenza delle verifiche sugli appalti. «Anche la consegna di 90 milioni di euro di lavori pubblici, tra giugno e settembre 2016 – ha ricordato – non ha creato benefici alle imprese interessate. Alcune opere appaltate per decine di milioni di euro – ha aggiunto Petraroia – hanno visto il prevalere di imprese extraregionali che hanno portato con sé manodopera e non hanno avuto alcuna ricaduta economica sul nostro territorio». Un quadrio desolante che coinvolge 1200 imprese edili molisane che danno lavoro a 5 mila addetti. 700 le aziende che negli ultimi 10 anni hanno chiuso i battenti e 5 mila lavoratori hanno perso il posto di lavoro. Il consigliere Petraroia ha protocollato una mozione in Consiglio regionale con la quale chiede di conoscere le ragioni che sono alla base della gravissima disattenzione che il governo regionale nei confronti del settore dell’edilizia che sta lentamente morendo, nonostante in passato abbia rappresentato l’ossatura del tessuto produttivo molisano.

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