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venerdì, Marzo 29, 2024

Isernia. Le NeoMamme: personale carente a pediatria, a rischio anche il punto nascita

AttualitàIsernia. Le NeoMamme: personale carente a pediatria, a rischio anche il punto nascita

Per ora la Asrem ci ha messo una pezza inserendo in organico un nuovo pediatra con un contratto di tre mesi. Ma il problema della carenza di personale al reparto di pediatria del Veneziale di Isernia resta sostanzialmente irrisolto. Fra tre mesi si sarà di nuovo punto e accapo, con il rischio che si verifichi ancora quanto accaduto di recente, con l’unico pediatra reperibile per le guardie notturne che doveva arrivare da Caserta. L’auspicio di tutti è che si trovi una soluzione definitiva, altrimenti si rischia una reazione a catena che rischia di portare alla chiusura del punto nascita in largo anticipo rispetto ai tempi previsti dai vertici della sanità. “Siamo molto in ansia per il Punto Nascita – ha già avuto modo di sottolineare il gruppo delle NeoMamme, nato proprio per salvare il reparto – per questo chiediamo agli amministratori regionali di prendere immediati provvedimenti al fine di garantire il servizio ai piccoli pazienti di Isernia e provincia. Sappiamo, infatti, che la chiusura del reparto di nido e pediatria comporterebbe inevitabilmente la chiusura della sala parto e questo sarebbe per noi inaccettabile”, hanno concluso le NeoMamme. Almeno in teoria un aiuto per salvare il punto nascite potrebbe arrivare dall’Abruzzo, visto che si è già parlato della possibilità di consentire alla partorienti che fanno riferimento all’ospedale di Castel di Sangro di appoggiarsi al Veneziale. Ma in realtà c’è poco da essere ottimisti visti i precedenti di Agnone, dove alle promesse di un accordo interregionale pro ospedale Caracciolo non sono seguiti i fatti. La settimana prossima, intanto, il sottosegretario alla Salute, Davide Faraone, dovrebbe dare una risposta all’interrogazione sul punto nascita di Isernia presentata a dicembre dal parlamentare del Pd Danilo Leva. Il deputato molisano, tra le varie cose, ha chiesto una deroga alla legge che prevede la soglia minima dei 500 parti all’anno per evitare la chiusura.

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