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venerdì, Marzo 29, 2024

Agnone. Donna muore al pronto soccorso, don Martino accusa: ennesima tragedia evitabile

AgnoneAgnone. Donna muore al pronto soccorso, don Martino accusa: ennesima tragedia evitabile

ospedale-agnone1Il riconoscimento di ospedale di area disagiata era stato salutato come una grande conquista. Ma ad oggi questo provvedimento sa solo di beffa, perché al Caracciolo di Agnone garantire l’emergenza è praticamente impossibile. Di questo ne è convinto don Francesco Martino, responsabile della pastorale per la salute della diocesi di Trivento. E ha ribadito il concetto all’indomani di un altro caso, da lui stesso segnalato, destinato a far discutere e riflettere: una donna di circa 70 anni, residente in un paese dell’hinterland agnonese, è morta al pronto soccorso. In quel momento c’erano il medico di medicina generale reperibile e il medico incaricato del pronto soccorso, ma nella struttura – ha detto ancora il sacerdote – non è presente il cardiologo né l’anestesista rianimatore per stabilizzare il paziente. La donna si è aggravata ed è stato chiamato il 118, ma non è potuto intervenire, perché stava facendo un altro trasferimento urgente a Isernia. É stata allora contattata la postazione di Trivento, ma nel frattempo il cuore della paziente ha smesso di battere, nonostante i medici in servizio abbiano fatto tutto il possibile per salvarla. Per don Francesco Martino nessun dubbio: “Questa ed altre morti verificatesi di recente nella struttura erano evitabili. Ciò dimostra che non si può configurare una struttura di emergenza-urgenza che funzioni come punto di primo intervento, come scritto nel piano operativo. Ci vuole un pronto soccorso di area disagiata; infatti l’assenza del 118 dimostra che è impossibile coprire la zona. E la presenza del cardiologo e dell’anestesista rianimatore è fondamentale. Questa è la prova che qui ci vuole un vero pronto soccorso di base, con le figure fondamentali per garantire l’emergenza-urgenza. Penso che molte persone oggi potrebbero essere ancora vive”. Così come è stato concepito l’ospedale di area disagiata non ha dunque senso per il sacerdote. Un presidio del genere non può andare avanti con un pronto soccorso a mezzo servizio: “Non capisco perché la dirigenza della Regione Molise si ostini a sostenere la necessità di un punto di primo intervento che, configurato in questo modo, è impossibile da gestire”.

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