La ricorrenza dei santi Cosma e Damiano è davvero sentita a Isernia. Per molti è la festa più importante dell’anno; evidenzia un fortissimo legame tra la città e i santi guaritori. Un culto che si perde nei secoli, fino a intrecciarsi con il paganesimo. Ma per avere le prime notizie certe bisogna fare un consistente salto nel tempo e arrivare al ‘400. Anche se nel ‘600 si cominciano ad avere notizie ufficiali (il 1602, ad esempio, arrivarono in città le reliquie dei santi), mentre nel ‘700 fece scalpore il resoconto di un ambasciatore inglese, parlando di culti priapici ancora attivi a Isernia. Ma al di là delle leggende, delle origini storiche di questa devozione e delle guarigioni miracolose attribuite ai due santi, per il vescovo della diocesi di Isernia-Venafro. Mons. Camilo Cibotti, ci sono altri aspetti da mettere in primo piano, a partire dalla “guarigione” spirituale, che porti a creare un mondo migliore. L’altra particolarità dei festeggiamenti in onore dei santi Cosma e Damiano è rappresentata dalla processione dell’andata, quella dalla cattedrale all’eremo: è curata dai fedeli di Olivella, frazione di Sant’Elia Fiumerapido. Una sorta di diritto acquisito nei secoli, ma che testimonia sia il forte attaccamento ai santi sia il legame che si è instaurato tra Isernia e il centro della provincia di Frosinone.
Isernia si stringe intorno ai Santi Cosma e Damiano, i medici delle guarigioni miracolose
