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giovedì, Aprile 25, 2024

In Molise aumentano le disuguaglianze e la povertà: oltre 80mila persone vivono nell’indigenza

AperturaIn Molise aumentano le disuguaglianze e la povertà: oltre 80mila persone vivono nell'indigenza

poveri-8ac9di ANNA MARIA DI MATTEO

Nonostante il presidente della Regione tenti di risollevare il morale, e solo quello, dei molisani, commentando con enfasi i dati del nuovo report diffuso dall’Istat che parlano di una lieve, quasi impercettibile ripresa, ci sono dati, diffusi sempre dall’istituto di statistica che invece tracciano un quadro allarmante del Molise. Il tema è stato affrontato nel corso di un convegno organizzato nell’ambito della festa comunale dell’Auser.
Nella nostra regione aumentano le disuguaglianze, aumentano le nuove povertà, in una terra che è tra le poche regioni che paga il prezzo più alto della crisi, economica e sociale. Una crisi dalla quale non riesce ad uscire.
In Italia la povertà assoluta coinvolge oltre quattro milioni di persone. Nel 2015 il 7,6% della popolazione è risultato sotto la soglia minima di vivibilità.
Nel Molise, in rapporto al numero di abitanti, la situazione diventa ancora più drammatica. Se si considerano anche gli immigrati, un quarto delle famiglie molisane, pari ad oltre 80mila persone, è al di sotto di una condizione di vivibilità, mentre, in alcune aree della regione, la disoccupazione giovanile ha superato il 60%.
Aumentano i problemi di carattere abitativo, compresi sfratti per morosità incolpevole e quelle legate all’emergenza sanitaria, con un numero sempre crescente di persone che rinunciano a curarsi perché non hanno i mezzi economici per farlo. E le risorse fino ad oggi stanziate dalla Regione per il contrasto della povertà, sono risultati del tutto insufficienti se la situazione attuale ha assunto tutte le caratteristiche della vera e propria emergenza sociale. «Nella legga di stabilità 2015 – ha ricordato uno dei relatori dell’incotnro, Davide Vitiello – è stato stanziato un milione di euro per il fondo di inclusione sociale e di contrasto alla povertà».
Si tratta di un contributo di 350 euro al mese, per 8 mensilità, a favore di 400 nuclei familiari. Appare evidente come la misura sia del tutto inadeguata. Occorre quindi aumentare la dotazione finanziaria del fondo ma soprattutto è urgente creare nuove opportunità lavorative, far ripartire l’economia.
Arginare la disoccupazione e con essa la povertà devono rappresentare le priorità dell’agenda del governo regionale. Ma le fredde cifre dell’Istat dicono il contrario: sono tante, ancora troppe le famiglie in difficoltà. La ripresa, quella vera, è ancora lontana

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