Dopo tre mesi sono tornati in libertà Gianpaolo Calabrese, Angelo Rossi e Donato Terriaca, gli imprenditori coinvolti nell’inchiesta su un presunto giro di appalti truccati, coordinata dalla Procura di Isernia e condotta dalla Guardia di finanza. Il Giudice per le indagini preliminari, Antonio Ruscito, ha infatti dichiarato la perdita di efficacia della misura cautelare degli arresti domiciliari, ordinando la liberazione degli indagati. Termini scaduti anche per l’imprenditore Claudio Favellato, nei cui confronti era stato disposto l’obbligo di dimora a Isernia, e per Lenio Petrocelli, ex sindaco di Acquaviva d’Isernia e funzionario della Regione Molise, a sua volta sospeso dai pubblici uffici. Dall’inchiesta era invece subito uscito di scena Roberto Calabrese, sindaco di Forlì del Sannio: la misura cautelare fu revocata nel giro di pochi giorni, dopo l’interrogatorio di garanzia. Il primo cittadino rispose a tutte le domande del Gip, chiarendo così la sua posizione. A questo punto si aspetta solo la chiusura delle indagini. Non dovrebbe tardare ad arrivare, visto che gli inquirenti non ha chiesto proroghe. Subito dopo sarà fissata sarà l’udienza preliminare per gli eventuali rinvii a giudizio. Nell’inchiesta ribattezzata «Appaltopoli», risultano complessivamente indagate 138 persone tra imprenditori, sindaci, tecnici e funzionari pubblici; 23 le amministrazioni comunali coinvolte nelle province di Campobasso e Isernia; 109 le imprese sottoposte a indagini. Gli appalti finiti sotto la lente degli inquirenti sono 47, per un importo di 27 milioni di euro. Riguardano per lo più i dissesti idrogeologici. Le fiamme gialle hanno riscostruito il meccanismo di assegnazione degli appalti acquisendo una corposa documentazione in vari uffici pubblici e nelle sedi delle imprese coinvolte e intercettando la bellezza di 98mila conversazioni telefoniche.
Isernia. Appaltopoli, tornano in libertà gli imprenditori coinvolti nell’inchiesta della Finanza
