6.6 C
Campobasso
mercoledì, Aprile 24, 2024

Il laboratorio analisi del Cardarelli verso la Cattolica. Giallo sul rischio sismico dell’ospedale pubblico

AperturaIl laboratorio analisi del Cardarelli verso la Cattolica. Giallo sul rischio sismico dell'ospedale pubblico

di PASQUALE DI BELLO

Dopo Chirurgia vascolare, anche il laboratorio analisi del Cardarelli verso la Cattolica. Intanto è mistero fitto sui documenti che attesterebbero la vulnerabilità sismica dell’ospedale Cardarelli di Campobasso. Chieste da presidente del Forum per la Sanità pubblica, Italo Testa, le carte continuano a restare chiuse nei cassetti della burocrazia regionale. La vulnerabilità del Cardarelli, va ricordato, è uno dei presupposti per il trasferimento di mezzi e reparti presso la Cattolica.

Anche il laboratorio analisi del Cardarelli starebbe per essere trasferito presso la Cattolica. A lanciare l’allarme è Italo Testa, da mesi a capo della battaglia per la Sanità pubblica. Da informazioni attendibili da lui raccolte, sarebbe questo l’ultima novità del processo strisciante di smantellamento della struttura pubblica.

Il dottor Testa è un anziano e garbato signore con due baffi da tricheco. Un uomo all’antica. Lo si capisce dal tono cortese col quale si pone rispetto all’interlocutore e dall’eloquio pacato e forbito. Quando parla, a differenza di molta gente che circola in Molise a piede libero e a tasche piene, di cazzate non ne dice. A lui, decano della chirurgia in regione, il “Forum per la tutela della Sanità pubblica” ha assegnato il ruolo di presidente, costituendolo, di fatto, capo della più grande rivoluzione mai vista in Molise. Quella contro la riforma sanitaria voluta dal presidente della Regione e commissario ad acta, Frattura. Tuttavia, anche nel ruolo di arruffapopoli, Testa mantiene sempre quel suo aplomb all’inglese. Anche nel bel mezzo di un comizio o di un intervento appassionato, gli scappa da sotto i baffi un sorriso che basta a seppellire l’aggressività degli avversari. Insomma, per fargli perdere la pazienza ce ne vuole cosa che a qualcuno, nelle ultime ore, è però riuscito.

Nel corso di un acceso dibattito in Tv col Direttore generale della Salute, Marinella D’Innocenzo, Testa, dopo averle chieste alla D’Innocenzo stessa, è stato invitato a procurarsi presso l’Asrem le carte che attesterebbero la presunta vulnerabilità statica dell’ospedale Cardarelli. Va precisato che il tema dell’adeguamento del Cardarelli alla normativa antisismica è il cavallo di battaglia usato da Frattura per giustificare il trasferimento di uomini, mezzi e reparti dal nosocomio campobassano alla vicina Cattolica. Detto questo, il dottor Testa che di nome non fa Italo, come tutti credono, ma Tommaso, ha deciso di mettere il dito nella piaga ed ha chiesto, come gli era stato raccomandato di fare, le carte. Apriti cielo! Dopo venti giorni (di tempo ne hanno trenta), dall’Asrem di queste carte non v’è traccia. Alla richiesta di Testa hanno prima detto che “sì”, le carte ci sono, ma che per consegnarle c’era bisogno dell’autorizzazione di non si sa quale direttore (all’Asrem i direttori si sprecano), se Generale o Amministrativo. Poi allo stesso Testa hanno posto un problema di legittimazione alla richiesta (???), laddove ciascun cittadino dovrebbe avere libero accesso agli atti. A maggior ragione il presidente di un comitato o forum che sia. Poi gli hanno detto che le carte (le copie) andavano pagate, e Testa figuriamoci se si tirava indietro rispetto ad una insignificante somma per delle fotocopie. Sta di fatto che le carte Testa non le ha ancora avute. Non solo non gliele hanno date ma gli hanno anche risposto che solo dopo trenta giorni potrà fare reclamo. Come direbbero a Firenze, “becco e bastonato” (la traduzione del “becco” la lasciamo ai lettori). Un insulto vero e proprio per un signore ultraottantenne mosso da una sincera passione civica.

Trattandosi di termini ordinatori e non perentori, quello che succederà dopo i trenta giorni è presto detto: nulla. Reclamo o non reclamo. Quello che però fa uscire il fumo dalle narici, è l’azione ostinata e contraria della burocrazia made in Molise rispetto a tutto quello che teoricamente potrebbe disturbare il manovratore. Per fare un esempio calzante, basti guardare ai tempi impiegati dalla burocrazia per deliberare l’aumento di 40mila euro all’anno (più il 20% sugli obiettivi) chiesto e ottenuto al primo colpo da Marinella D’Innocenzo per il superlavoro da Direttore generale per la Sanità. Un mese, tanto hanno impiegato gli stessi burocrati che per altre questioni (leggi Formazione professionale) impiegano mesi e anni. Applausi!

Ora, posto che la vulnerabilità del Cardarelli Frattura l’ha scritta ovunque, dal Piano Operativo ai Baci Perugina, è verosimile pensare che queste carte ci siano e siano state istruite e preparate da lunghissimo tempo. Perché non vengono fuori? Con tutto quello che sta accadendo in Molise sulla Sanità, una mezza rivoluzione, al dottor Testa, che di nome fa realmente Italo ma che quando s’incazza (capita anche a lui) lo cambia in Tommaso, le carte dovevano darle il giorno dopo. “Ripassi domani, dottore, e troverà i documenti che ha chiesto”, questo era quello che dovevano rispondere a Testa se il Molise fosse una regione civile dove al primo posto stanno i cittadini e non il manovratore di turno. Invece nisba, niente, nulla. Le carte al momento se le tengono loro, burocrati, funzionari e battitacchi, e ai molisani, in attesa di conoscere se il Cardarelli possa crollare per uno scossone, non resta che sperare in uno sciopero degli ecatonchiri, divinità dalle cento braccia e cinquanta teste: gli unici, al momento, che potrebbero tiralo giù.

Ultime Notizie