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venerdì, Marzo 29, 2024

Chirurgia vascolare, in Cattolica manca l’accreditamento. In caso di errore, chi paga: il pubblico o il privato?

AperturaChirurgia vascolare, in Cattolica manca l'accreditamento. In caso di errore, chi paga: il pubblico o il privato?

di PASQUALE DI BELLO

Trasferimento della Chirurgia Vascolare dal Cardarelli alla Cattolica. E’ polemica sul decreto firmato dal Commissario ad acta, Frattura. Il documento presenta gravi lacune e, soprattutto, non chiarisce ruoli e responsabilità della struttura privata, peraltro non accreditata per tale disciplina. Un pasticcio giuridico e tecnico, quello delineato da Frattura, che aumenta la preoccupazione e sconcerto tra i cittadini.

Il trasferimento dell’Unità operativa di Chirurgia vascolare dal Cardarelli di Campobasso alla vicina Cattolica, oltre che un pasticcio giuridico potrebbe diventare anche un giallo qualora in caso di esito letale di un intervento dovesse scatenarsi la caccia alle responsabilità. La domanda è semplice e se la stanno facendo in molti. In caso di incidente, prima, durante e dopo un intervento: chi ne risponde? E inoltre, chi sarà ad operare concretamente: i chirurghi della Cattolica o quelli del Cardarelli, o insieme tra loro? Se la domanda è semplice, la risposta diventa difficilissima, soprattutto in ragione di una ulteriore considerazione. Scorrendo l’elenco delle discipline accreditate presso la Cattolica, non si rinviene quella della Chirurgia vascolare. L’attuale Fondazione “Giovanni Paolo II”, parrebbe quindi che non sia accreditata per tale materia e non sulla base di suggestioni o supposizioni ma  secondo il dettato del decreto commissariale n. 21 del 30 giugno 2011 che ne dispone, appunto, l’accreditamento. A meno che qualcuno in Regione, all’Asrem o presso la struttura commissariale non intenda far rientrare la Chirurgia vascolare nella Chirurgia dei grossi vasi che è tutt’altra cosa. Una toppa, se così fosse, peggiore del buco che si pretende di chiudere.

Detto questo, nonostante il trasferimento, permangono inalterate le criticità legate all’urgenza, poiché su tale tema il decreto Frattura non dice nulla, riferendosi agli interventi di ordinaria amministrazione, ovvero quelli programmabili. Per l’urgenza, bisognerà fare ricorso alle strutture delle regioni limitrofe, poste a qualche centinaio di chilometri.  Sempre che ci si arrivi da vivi e non da morti.

Infine, una considerazione. Con un pessimo gerundio mutuato da altrettanti pessimi e tesi rapporti con la lingua italiana, i burocrati della struttura commissariale hanno messo nero su bianco la seguente affermazione: il trasferimento della Chirurgia vascolare dal Cardarelli alla Cattolica avverrebbe – testuali parole – “secondo le previsioni dell’approvando Programma Operativo”. Bene il piano elaborato da Frattura, approvando o non approvando, sulla questione non dice una sola parola e di tale trasferimento non vi è traccia. A meno che, facendo leva sul blocco delle assunzioni, come in questo caso, non si faccia altrettanto per ogni disciplina e si finisca, trasferendo trasferendo, per trasferire tutto il Cardarelli alla Cattolica.

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