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venerdì, Marzo 29, 2024

Palazzo Moffa: sì al “pacchetto finanziario”, la minoranza esce

AperturaPalazzo Moffa: sì al "pacchetto finanziario", la minoranza esce

PALAZZO-MOFFA-004-371x300di GIOVANNI DI TOTA

Tutto in una notte, ma per niente appassionante. Una valanga di numeri, un elenco di buoni propositi e, sul piano politico, un muro contro muro tra maggioranza e opposizione sempre più violento.

Il centro sinistra ha votato e approvato tutto il pacchetto di provvedimenti economici in agenda, la minoranza di centro destra ha abbandonato l’aula e non ha partecipato alla discussione e al voto, contrari i cinque stelle.

E’ stato Iorio a proporre un rinvio per dare la possibilità ai consiglieri di studiare gli atti. Di Pietro, a nome della maggioranza ha chiesto di andare avanti e così è stato.

Iorio, seguito da Angela Fusco e da Giuseppe Sabusco, ha scelto di abbandonare la seduta e ha annunciato un esposto al Tar per chiedere se le regole procedurali del consiglio siano state rispettate.

Sul profilo politico, ancora da annotare la decisione di Michele Petraroia di lasciare il gruppo del Pd e di aderire al gruppo Misto. Scelte troppo diverse – ha motivato – dai referendum al Jobs act, lo hanno indotto a questa decisione.

Gli indirizzi teorici del documento di economia e finanza regionale, sono stati suddivisi in quattro capitoli. L’analisi del contesto socioeconomico; gli obiettivi; la situazione finanziaria e infine gli indirizzi degli enti strumentali e delle società partecipate. Approvata anche la legge di stabilità, sempre con il voto favorevole del centro sinistra e contrario dei cinque stelle. Poi il bilancio dell’anno in corso e quello di previsione da qui al 2018. Nel primo è certificato il debito pubblico regionale di 360milioni e mezzo di euro. Davanti a questo enorme scoglio, la maggioranza ha preso atto che la manovra regionale che accompagna la previsione dei prossimi tre anni è caratterizzata dalla continua riduzione delle risorse che arrivano dallo Stato. Da qui, è stato detto in aula, il ricorso ad azioni di contenimento della spesa pubblica e della necessità di continuare a ridurre le spese non necessarie.

Quello che non si riesce però a ridurre è il livello di sfacciataggine a cui è arrivata questa classe dirigente che, solo tre anni fa e non nel cretaceo, si è proposta agli elettori con l’intenzione di contenere la spesa pubblica e ridurre le spese non necessarie.

Le indennità di carica dei consiglieri, solo per fare un esempio, sono addirittura aumentate rispetto al passato. Chi ha vinto le elezioni nel 2013 aveva promesso tagli e rigore. I tagli più evidenti e tangibili, questi sì, sono arrivati dai licenziamenti e dalle centinaia di posti di lavoro persi.

Per il rigore nelle azioni che mirano a ridurre le spese non necessarie – una frase che già da sé trascina nel vortice dell’ironia – a giudicare da ciò che accade a palazzo Moffa e dintorni andrebbero mantenuti i cinquemila euro che ogni anno vengono spesi per la carta igienica.

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