Una collaborazione che va avanti da tempo, un rapporto – quello tra le Università del Molise e di Stoccolma – che vanta la realizzazione di tre importanti progetti di ricerca. Salvare e potenziare le giovani vite, migliorare l’uso di internet fra gli adolescenti e ridurre l’assenteismo dalla scuola sono gli argomenti portanti avanti dai ricercatori universitari che, con i loro studi, hanno ottenuto brillanti risultati e hanno contribuito a ridurre del 50% il rischio di suicidi fra i più giovani. Un tema delicato e tristemente attuale del quale si è parlato al Dipartimento di Medicina dell’ateneo molisano in compagnia di Danuta Wasserman, professoressa svedese, direttrice e presidente di importanti centri di ricerca in materia di prevenzione dei suicidi.
Ma quali sono le cause che spingono i più giovani a questa drastica scelta? «I motivi sono legati principalmente – essendo il suicidio una complicanza di disagio psichiatrico e psichico in generale – a elementi come depressione e stress che vengono fortemente percepiti dagli adolescenti durante questa fase critica dello sviluppo dell’individuo» – ha detto la Wasserman. «Abbiamo ottenuto risultati molto importanti e la sfida, ora, è raggiungere anche quegli adolescenti che pur non avendo un’espressione sintomatologica di tipo depressivo o di stress, comunque indirizzano il loro comportamento verso questa condotta suicidaria» – ha aggiunto la professoressa.
I campanelli d’ allarme ci sono e non vanno trascurati, ma prima d’ogni cosa è indispensabile parlare e condurre campagne informative per aumentare il livello di consapevolezza fra le persone.
«Non c’è da vergognarsi se si hanno certi pensieri – ha concluso la ricercatrice svedese – è un disturbo e, in quanto tale, va trattato al pari di ogni altra malattia, come un infarto o la gastrite». Per queste ragioni l’Unimol e l’Ufficio Scolastico Regionale hanno deciso di elaborare un piano di intervento destinato alla prevenzione di questa condotta fra gli adolescenti delle scuole molisane.
silvia valente
